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Tornano a crescere nel primo trimestre del 2016 le esportazioni abruzzesi – terzo risultato assoluto a livello nazionale tra le diverse regioni – ma ad ascriversi il merito, stavolta, non sono soltanto i mezzi di trasporto, tradizionale “motore” del nostro sistema di esportazioni, ma anche settori rimasti per anni in un cono d’ombra, nonostante fossero espressione del mondo produttivo abruzzese e sue delle piccole e micro imprese: prodotti in metallo, apparecchiature elettriche, abbigliamento.

Nella ricerca realizzata su fonti Istat da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo, spicca soprattutto il dato relativo al saldo realizzato tra gennaio e marzo di quest’anno: ben 264 milioni di euro in più, ovvero 2.033 milioni contro i 1.769 dello stesso trimestre 2015. Certo, a fare la parte del leone, resta il comparto dei motori, forte delle “corazzate” multinazionali a due e quattro ruote presenti in Val di Sangro. Ma la vera notizia, se così si può dire, stavolta è data dal “risveglio degli altri comparti produttivi: «L’export dei mezzi di trasporto – illustra infatti Ronci – ha ottenuto un incremento di 154 milioni di euro e quello degli apparecchi elettronici di 32 milioni, da ascrivere fondamentalmente al polo marsicano. Ma il segno più incoraggiante arriva soprattutto dalle altre produzioni che, a differenza di quanto è accaduto negli ultimi anni finalmente sono riuscite a crescere, e di ben 78 milioni; un dato tanto più importante e significativo, se si tiene conto del fatto che si tratta, in gran parte, di aziende locali di minori dimensioni».

Produzioni in cui brillano i risultati conseguiti dagli articoli in metallo (+33), i farmaceutici (+7), l’abbigliamento (+6), gli apparecchi elettrici (+6): settori, questi, che nel primo trimestre del 2015 avevano segnato tutti una flessione. A visualizzare ulteriormente il buon andamento delle esportazioni made in Abruzzo, contribuiscono le percentuali: come sempre “rotonde” per l’autotrasporto (18,4% in più, contro una media nazionale dello 0,7%), addirittura strepitose per gli apparecchi elettronici (“+”106,3% a fronte del 4,3% nazionale), ma buone davvero anche per altri prodotti, che registra un aumento dell’8,6% in controtendenza con un dato nazionale che segnala una decrescita dello 0,7%.

Capitolo agro-alimentare, infine. Nel primo trimestre del 2015 era stato di 128 milioni di euro, nel 2016 passa a 133, con un incremento dunque di 5 milioni di euro. Anche in questo caso, i valori percentuali degli incrementi sono decisamente superiori alla media nazionale: 3,8%, contro 1,8%.

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