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Erano passati 64 anni dal loro matrimonio più altri 2 anni di fidanzamento: stavano insieme da 66 anni. Ora lui aveva 88 anni e lei 85 e avevano fatto tante cose insieme, l’emigrazione in Svizzera, il risparmio come necessità e poi come stile di vita, i figli, i bellissimi tre figli che avevano cresciuto al meglio e che avevano “sistemato” con tanta fatica, avevano fatto una vita insieme.

Quella mattina quando lei si svegliò, sentì che lui non respirava, era freddo, non poteva crederci e continuava a toccarlo e a scuoterlo piano poi sempre un po’ più forte. La verità divenne lampante, il dolore enorme troppo enorme… Pensò che quella mattina sarebbero venuti i vicini a fare colazione insieme, che in serata la figlia maggiore avrebbe portato i bambini a salutare i nonni subito dopo la piscina. Ripensò alla sera prima quando lui aveva rifiutato il polpettone che tanto amava perché si sentiva un peso sullo stomaco, forse non aveva digerito la minestra del pranzo. Rivide tutti gli anni vissuti insieme, i loro momenti, loro due…e il dolore fu troppo forte, forte proprio lì, al cuore, dove scorrevano tutti quei ricordi. Avvicinò la sua mano a quella del marito, gliela mise sotto, e si abbandonò al dolore.eco2

Li trovarono così nel loro letto, le mani unite, entrambi freddi, quando arrivarono i poliziotti chiamati dai vicini lui era morto di infarto, come quello che già aveva avuto 7 anni prima; la sera aveva avuto i segni, l’angina pre-infartuale, il mal di stomaco come segno di sofferenza del miocardio nella sua parte inferiore, probabilmente la coronaria destra che già avevano trovato lievemente stenotica alla coronarografia di 7 anni prima ma che non era ancora significativa e meritevole di riapertura, probabilmente si era chiusa fino a raggiungere il livello di guardia per l’ischemizzazione.

Lei invece, era morta di infarto ma di un infarto diverso. Le sue coronarie erano quasi sane, solo un po’ aterosclerotiche come non potrebbe essere altrimenti ad 85 anni, ma non stenotiche in maniera significativa. Non era stata infatti una coronaria a chiudersi ma il cuore a “stritolarsi”, era morta di Tako-Tsubo, di crepacuore. Perché purtroppo di dispiaceri improvvisi, di stress repentini, di shock emotivi, si muore.eco

È il cuore che non ce la fa, si stritola nel vero senso della parola, all’incirca a livello della sua metà, nel mezzo del ventricolo sinistro si ha una contrazione con una specie di torsione quasi come quando si strizza il bucato. La contrazione può durare poco, qualche secondo, o un po’ di tempo in più. La conseguenza può essere trascurabile e non lasciare tracce, o può essere un infarto piccolo o più grande, o può associarsi da subito ad una tachiaritmia ventricolare maligna (tipo Fibrillazione Ventricolare) che solo se trattata con defibrillatore immediatamente può regredire e non dare il decesso.

Ricordo ancora in Pronto Soccorso una signora prelevata da una riunione di condominio che ebbe tre attacchi di Fibrillazione Ventricolare, a causa dei quali fu necessario intervenire per tre volte con il defibrillatore e che si normalizzò fortunatamente senza esiti negativi, una volta placata la rabbia.

La Tako-Tsubo, così nominata per via di un’anfora giapponese la cui forma è identica a quella del cuore durante l’attacco, è una patologia che colpisce soprattutto le donne a coronarie sane, in seguito ad uno stress intenso.

A volte, malgrado la protezione degli ormoni, coronarie lustre e pulitissime, abitudini di vita quasi angeliche, un’arrabbiatura ben confezionata ci espone ad un elevato rischio di “crepacuore”. Riflettiamoci bene!