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SULMONA – Sulmona città delle associazioni. Non è solo uno slogan d’altronde basta leggere i numeri. Sul territorio comunale sono presenti all’incirca 150 associazioni di cui 120 sono culturali e 30 sportive. Considerando che il capoluogo peligno conta 25 mila abitanti, il rapporto è di una associazione ogni duecento abitanti. Una proporzione che deve indurre sicuramente a una riflessione e a prendere in seria considerazione il fenomeno dell’associazionismo che a Sulmona è particolarmente evidente. Se si tiene conto che nel capoluogo peligno l’evasione giovanile resta una piaga sociale e la popolazione è prevalentemente adulta, davvero si rischia di contare più associazioni che residenti. La provocazione sorge spontanea. Il folto elenco delle associazioni presenti sul territorio comunale comprende anche quelle inattive che esistono solo sulla carta o quelle i cui iscritti si contano sulle dita di una mano. Non poche le associazioni che appartengono alla stessa categoria (commercio, musica, eventi). Ma l’associazionismo non è certamente da intendere solo nell’accezione negativa. Per ogni città e in particolar modo per Sulmona che conserva una vocazione culturale risulta indubbiamente una ricchezza da valorizzare e da mettere in rete. Ci sta provando l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Annamaria Casini, che ha inaugurato la nuova era per le associazioni cittadine con il metodo della progettazione partecipata. La chiamata del Comune alle associazioni è arrivata a dicembre 2016 per redigere il programma delle celebrazioni del bimillenario della morte del sommo poeta Ovidio. Un esperimento riuscito secondo l’inquilina di Palazzo San Francesco tant’è che la stessa linea si sta portando avanti per l’elaborazione del cartellone degli eventi estivi. Le associazioni dunque tornano protagoniste in città ma la domanda da un milione di dollari resta sempre di stringente attualità: perché oggi si costituisce un’associazione? Lo si fa per perseguire il benessere sociale e culturale di una comunità o per accendere a fondi e contributi, tenendo conto delle ambizioni personali? Ai posteri l’ardua sentenza.

Andrea D’Aurelio

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