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SULMONA – L’apertura di un tavolo di confronto “per trovare soluzioni condivise che consentano di contrastare il fenomeno dello stress lavoro correlato e di ridurre al minimo i rischi di aggressione al personale, mettendo in sicurezza i lavoratori ed il lavoro che gli stessi svolgono”. Lo chiede la Fp Cgil all’indomani della terribile aggressione al carcere di Sulmona che ha costretto al ricovero un agente di 47 anni aggredito con olio bollente. Non solo solidarietà da parte della Cgil ma anche una forte richiesta a rimettere mano all’organizzazione del lavoro all’interno dell’istituto di pena. Il sindacato ritiene “non più procrastinabile la necessità di affrontare il problema della carenza di personale all’interno della struttura, tanto più che, come dichiarato dai vertici dell’amministrazione penitenziaria di Sulmona, imminente sarà l’ampliamento al quale deve essere necessariamente dato seguito un immediato adeguamento del personale. Sulla stessa lunghezza d’onda il leader di Italica Alberto Di Giandomenico che ha fatto sentire la sua vicinanza all’agente ferito ma ha chiesto anche un potenziamento dell’organico per il carcere peligno. Con i dati alla mano Di Giandomenico fa sapere che nel 2018 nel carcere di Sulmona sono solo 256 i poliziotti assegnati e la forza reale si riduce a 252unità operative: 22 ispettori, 16 sovrintendenti e 214 agenti ed assistenti. Sono però sottoposti a detenzione 500 persone e di queste 200 sono detenuti ospitati nel padiglione verde, quello ad Alta sicurezza (As1 e As3), altri 300 posti letto sono occupati nel padiglione blu (As3). Inoltre ci sono 25 collaboratori di giustizia di prima fascia e nella struttura vivono ben 167 ergastolani. “Un sovraccarico di lavoro per i 252 poliziotti se si pensa che sono anche impegnati in circa 1500 traduzioni l’anno, garantendo ai detenuti 961 tra visite mediche e ricoveri che impegnano ulteriormente i pochi poliziotti assegnati alla struttura carceraria”- interviene il coordinatore di Italica sollecitando soluzioni.

Andrea D’Aurelio

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