SULMONA – Interventi per mitigare il fenomeno della presenza della fauna selvatica, fissare un prezzo simbolico per i terreni irrigui, rivedere la normativa per il taglio degli alberi. Sono alcune delle misure che trenta aziende agricole peligne hanno chiesto alla Regione Abruzzo. Un pacchetto di proposte contenute in una petizione che sta per essere depositata in Regione, alla vigilia dell’appuntamento elettorale. Gli agricoltori quindi alzano la voce e si appellano all’esercito dei candidati in campo per incentivare un campo, quello agricolo, che resta in ginocchio tra gelate, degrado e terreni distrutti dalla fauna selvatica. “Il sovrappopolamento di animali selvatici, cinghiali e caprioli, costringono ancora le poche aziende rimaste a rinunciare alla coltivazione di cereali, frumento e quant’altro, poiché i raccolti vengono sistematicamente distruttiâ€- incalzano gli agricoltori che presentano le loro istanze: far pagare un prezzo simbolico per i terreni irrigui e coltivabili ed esonerare da qualsiasi contributo gli altri terreni compreso il contributo idraulico che copre quasi l’80 per cento del dovuto; ripristinare la zona agricola come negli anni 70-80; annullare le normative per il taglio alberi e piante che attualmente esigono un’autorizzazione forestale, perché risulterebbe un impedimento alla bonifica del proprio terreno; favorire la compravendita di terreni agricoli, che hanno un valore basso tanto che a volte per piccoli appezzamenti, “il costo della compravendita tra tasse e spese notarili è più alto del valore del terreno stessoâ€. Dunque, ridurre i costi all’acquirente e, fondamentale, accorpare tanti appezzamenti di terreni con la possibilità di creare delle aziende agricole da parte di chi, sottolineano, “ha ancora voglia di lavorare la terra per trarne un adeguato sostentamentoâ€.
Andrea D’Aurelio