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SULMONA – “Daspato” va allo stadio. Se ne infischia del divieto di accedere alle manifestazioni sportive per cinque anni, notificatogli il 14 aprile 2014 dalla Questura di Chieti, e il Tribunale di Sulmona oggi lo ha condannato a otto mesi di reclusione e al pagamento di seimila euro di multa e delle spese processuali. Per G.A, 44 enne residente a Vasto, il giudice monocratico Marco Billi ha pronunciato la sentenza di condanna. Non c’è tenuità del fatto che tenga. L’amore e la passione per la squadra del cuore, la Vastese, non è bastato ai magistrati per graziare il 44 enne che oggi si è presentato davanti al giudice in sede di discussione del procedimento dibattimentale e nella sua dichiarazione spontanea ha ammesso di essere entrato allo stadio “Francesco Pallozzi” di Sulmona per la gara valida per il girone F di serie D ma senza assumere atteggiamenti violenti o creare disturbo. Quella domenica, il 4 marzo 2018, scendevano in campo Nerostellati e Vastese. Lui, il tifoso 44 enne, non ci è proprio riuscito a restare a casa.  Entrando allo stadio è stato riconosciuto e identificato ed è finito sotto processo per aver violato “il divieto di accesso presso tutti gli impianti sportivi del territorio nazionale e di tutti gli stati membri dell’Unione Europea, partecipando all’incontro di calcio”. Le disposizioni sono contenute nella legge numero 401 del 1989 che disciplina la tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive. L’ultras è stato giudicato con rito abbreviato e il suo legale aveva chiesto l’assoluzione, tenendo conto della tenuità del fatto. Ma il giudice Billi lo ha condannato a otto mesi di reclusione, considerando le attenuanti previste per la scelta del rito, come aveva richiesto il Pm in sede di discussione. Il 44 enne dovrà pagare seimila euro di multa ( la Procura aveva chiesto diecimila euro di ammenda) oltre alle spese processuali. Come a dire che la passione per la squadra del cuore non può portare a infrangere le regole.

Andrea D’Aurelio

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