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SULMONA – Mangerà il panettone il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, ma molto probabilmente anche la colomba. Ieri la voce fuori dal coro del consigliere Bruno Di Masci si è sentita forte e chiaro come sembra altrettanto chiara l’intenzione del primo cittadino di sottoscrivere l’appello pro Legnini, sostenere quindi la candidatura a Presidente della Regione Abruzzo dell’ex numero due del Consiglio Superiore della Magistratura. L’appello si firma a Pescara e nell’elenco manca ancora il nome di Annamaria Casini ma le indiscrezioni dell’ultimo minuto lasciano intendere che molto probabilmente quella firma arriverà. La stessa Casini, interpellata da Onda Tg, non nega. “Non ho firmato nulla. A me al momento non mi hanno telefonato, insomma non mi ha ancora chiamato nessuno”- ha dichiarato nel corridoio di Palazzo San Francesco prima di presiedere la seduta della Giunta Comunale. E’ evidente quindi che non è un no. Si sta valutando l’appoggio a Legnini, come confermano fonti vicine alla maggioranza consiliare, anche perché in questo modo l’amministrazione comunale potrebbe arrivare a fine mandato. D’altronde basta analizzare quanto accaduto nella commissione congiunta sui piani complessi e nel Consiglio Comunale di ieri pomeriggio. Avanti Sulmona non è più l’ago della bilancia della maggioranza di Palazzo. Se fino a qualche mese il capogruppo di Avanti Sulmona, Fabio Pingue, poteva tenere in fibrillazione il sindaco e i suoi più stretti collaboratori, oggi l’effetto della sua azione politica non incide più di tanto. I piani complessi sono passati con l’assenza del Pd anche se il capogruppo, Antonio Di Rienzo, ha precisato che il partito non è in vendita e alla fine conta il voto in Consiglio Comunale. Ieri sul caso Cogesa, di fronte la richiesta di sospensione della seduta, mancava proprio un voto del Pd. Pingue ha votato con la minoranza ma il Presidente del Consiglio Comunale, Katia Di Marzio, si è astenuta. Un passaggio che ha mandato su tutte le furie qualche esponente dell’opposizione che si aspettava un voto compatto, a prescindere dai numeri e dell’approvazione, per dare un segnale politico. Ma il capogruppo di Avanti Sulmona non ci sta a farsi mettere sotto accusa. “Non sarebbe cambiato nulla anche perché il Presidente del Consiglio conserva il ruolo istituzionale”- interviene Pingue- “qui il problema non è Avanti Sulmona ma è il Pd. La mia posizione e quella del mio gruppo non sono cambiate anche perché non ambiamo a fare l’ago della bilancia. Noi facciamo la politica per la città e non per gli interessi come fa qualcuno”- aggiunge e poi rincara: “io non sono né il sindaco e né il Pd. Se c’è una nuova maggioranza è il Pd che lo deve dichiarare con un accordo che deve uscire allo scoperto e noi faremo le nostre analisi”. Insomma Pingue di sconfitta non vuole proprio sentirne parlare contrariamente a chi, nelle fila dell’opposizione, lo ritiene il responsabile di questo ribaltone. L’amministrazione Casini quindi potrebbe arrivare non solo fino al 10 febbraio, data delle consultazioni regionali, ma anche andare oltre con qualche cambio o azzeramento della Giunta magari dal giorno successivo. Difficile pensare che le sorti dell’era Casini non siano legate alle elezioni regionali se si considera, ad esempio, che ieri sera in Valle Peligna è arrivato Lorenzo Cesa, Segretario dell’Udc. Quello che verrà non è ancora così chiaro ma il sindaco si prepara al “rifornimento”. Mangerà il panettone e anche la colomba.

Andrea D’Aurelio

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