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SULMONA – Finisce in Tribunale la vicenda dell’appalto che il Comune di Sulmona ha assegnato alla società in cui lavorava il figlio del consigliere comunale, Bruno Di Masci. E’ stato proprio il già consigliere Alessio, nei giorni scorsi, a depositare formale querela alla Procura della Repubblica di Sulmona contro i vertici del Pd cittadino che in una nota di qualche mese fa denunciarono pubblicamente l’assegnazione di quell’appalto alla società Connettitalia. Di Masci ritiene le accuse “pretestuose e prive di fondamento” e alla denuncia-querela ha allegato anche l’articolo pubblicato da un quotidiano on line. I fatti risalgono all’estate dello scorso anno quando il Comune di Sulmona determina l’affidamento diretto del servizio di assistenza e supporto alla gestione dei tributi minori.  Era il 31 agosto 2018. L’ente, attraverso la procedura sul Mepa, comunicava alla società di essere stata invitata a presentare un’offerta in merito alla trattativa. Connettitalia, all’epoca rappresentata da Claudio Valeri, proponeva e sottoscriveva un’offerta di 34 mila euro. La Dirigente del settore contabile, Filomena Sorrentino, procedeva quindi all’accettazione dell’offerta e alla stipula del contratto. Si arriva alla determina del 12 settembre 2019 che sancisce l’assegnazione dell’appalto. “Alla luce di quanto documentato emerge chiaramente che nessun ruolo era in capo al sottoscritto”- scrive Di Masci nella querela- “nè al momento della presentazione dell’offerta nè meno che mai a quello dell’accettazione della proposta con relativa stipula del contratto. Il nominativo dello scrivente ( Alessio Di Masci, ndr) compare solo quale soggetto delegato ad operare sul conto della società, figura del tutto ininfluente e lontana da quella di legale rappresentante”. Ma il Pd aveva chiesto al sindaco, Annamaria Casini, se  ” è vero o non è vero che di quella società nello stesso giorno in cui veniva firmata la determina, risultava nominato amministratore unico, già proprietario, il figlio del suo ex avversario, ex sindaco, ex consigliere regionale ed oggi sua stampella in consiglio comunale?”. Per Di Masci junior si tratta solo di “accuse altamente diffamatorie e denigratorie dell’integrità morale e personale” e al Pd nella denuncia-querela contesta di essere stato tirato in ballo “in una vicenda in cui nessun merito nè demerito risulta rintracciabile, non avendo avuto alcun ruolo nè in fase di trattative nè in quella successiva”. Sul caso abbiamo provato a contattare il Commissario del circolo Pd Sulmona, Francesco Piacente, che ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Sarà ora la magistratura a far luce sul caso e, al di là della querela, ad accertare eventuali responsabilità.

Andrea D’Aurelio

 

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