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SULMONA – Le dimissioni in blocco quasi sicuramente non arriveranno, come ha anticipato nei giorni scorsi Onda Tg, ma qualche sorpresa potrebbe arrivare nel Consiglio comunale straordinario e urgente richiesto oggi dai tre consiglieri del Pd. La linea dura ma onesta del confronto a viso aperto in aula porterà il Consiglio Comunale a decidere se staccare la spina all’amministrazione Casini prima del 24 febbraio per favorire un commissariamento breve e un ritorno alle urne o prolungare l’agonia fino a marzo, quando al vaglio dell’assise dovrà passare il bilancio, senza i numeri necessari per l’approvazione. Servirebbe un miracolo al sindaco Annamaria Casini per restare in sella fino a fine mandato. Consiglieri dell’ex maggioranza e dell’opposizione devono solo scegliere la data e il momento opportuno. Il doppio vertice negli studi legali ha dato per ora esito negativo. Nel senso che una soluzione concreta non è arrivata. Ieri i gerosolimiani si sono incontrati a mezzogiorno in via Salvemini. Oggi è toccato alla minoranza, chiamata a raccolta dalla consigliera comunale Elisabetta Bianchi che inizialmente voleva firmare la richiesta del Consiglio straordinario insieme al Pd ma poi c’è stato il ripensamento dell’ultimo minuto. La decisione quindi va presa in aula. La palla passa al Presidente del Consiglio Comunale, Katia Di Marzio, che dovrà convocare prima l’ufficio di presidenza e poi la conferenza capigruppo per fissare il Consiglio. Spingono per un voto immediato i gerosolimiani, forti del risultato elettorale di domenica scorsa, gli unici in grado di affrontare una nuova competizione imminente. Dopo l’elezione di Marianna Scoccia, consigliera regionale Udc, potrebbero tentare di ricompattare il centrodestra, coinvolgendo la Lega e Forza Italia. A quel punto Fratelli d’Italia dovrà decidere se entrare o meno nel raggruppamento. Un disegno che però trova già delle resistenze, soprattutto nel centrodestra. Non vuole sentire la parola “elezioni” il Pd che farà di tutto per procrastinare il ritorno alle urne, magari favorendo un commissariamento lungo per ricostruire il centrosinistra, ipotesi tirata in ballo a Onda Tg anche dal capogruppo di Avanti Sulmona, Fabio Pingue. L’unica via d’uscita potrebbe essere una giunta di larghe intese su temi specifici. Il terreno di confronto sarà quindi quello di Palazzo San Francesco. Perché se i sostenitori della Casini getteranno la spugna, prendendo atto della mancanza di numeri e prospettive, la minoranza a quel punto potrebbe anche decidere di accodarsi e sfiduciare il sindaco, facendo calare il sipario sull’amministrazione Casini. Diversamente il confronto sarà aggiornato al Consiglio comunale decisivo, quello sul bilancio. Nel frattempo al primo piano di Palazzo San Francesco regna un “religioso silenzio”. O meglio si continua a lavorare per accelerare i tempi su alcune questioni. Ma, politicamente parlando, il sindaco attende che qualcuno si rechi al suo “capezzale”. Politico s’intende. Perché per restare a galla questa volta serve davvero un miracolo, vale a dire una giunta di salute pubblica, che al momento avrebbe l’appoggio di almeno tre consiglieri comunali.

Andrea D’Aurelio

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