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SULMONA – Novecento euro in contanti da pagare al momento della consegna a domicilio per ritirare un accessorio per il pc ordinato dal nipote. E’ il piano che aveva architettato la banda del pacco per una 77 enne che risiede nell’alta Valle del Tirino ma il colpo fortunatamente è andato a vuoto. La donna non ha creduto ai suoi truffatori che continuavano a bombardarla di telefonate. “Signora suo nipote ha acquistato un accessorio per il computer da 500 euro ma bisogna pagare la differenza che ammonta a 900”- avrebbero detto gli autori della tentata truffa alla signora, facendo leva sulla comprensione e la bontà della 77 enne, che stava per cedere alle richieste dei malviventi. L’ironia della sorte ha voluto che il nipote della malcapitata studia fuori regione e quindi il piano architettato poteva trarre in inganno. La 77 enne ha riagganciato la telefonata ma poi, di fronte ad altri tentativi, ha scoperto che si trattava di una truffa e ha dileguato i suoi aspiranti truffatori. Ma l’attenzione deve restare alta. Episodi del genere si sono verificati nel passato anche a Sulmona e in Valle Peligna mentre ultimamente l’allarme arriva dalla Valle Subequana, in particolare a Castelvecchio Subequo. Come racconta il capoluogo.it in queste truffe c’è un finto corriere che telefona ai malcapitati – spesso persone anziane e sole in casa – dicendo che il nipote o il figlio, chiamandoli col loro vero nome di battesimo, hanno effettuato degli acquisti online e che il pacco arriverà a casa con una spesa di diverse centinaia di euro. Si tratta di cifre parecchio alte, dai 600 agli 800 euro. Qualora non venisse pagato, i truffatori avvertono che ci sarà una ulteriore penale da pagare per i destinatari del pacco: a quel punto gli anziani si offrono di pagare e la truffa è servita. Il consiglio è sempre lo stesso: diffidare delle telefonate di chi non si conosce e chiede soldi e chiamare tempestivamente le forze dell’ordine, ma dal telefono cellulare perché l’utenza fissa viene bloccata dai malviventi.

Andrea D’Aurelio

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