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SULMONA – Teneva diciotto piante di marijuana sul terrazzo della sua abitazione in via Circonvallazione orientale a Sulmona ma per il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, quella che sembrava a tutti gli effetti una coltivazione di sostanza stupefacente “fatta in casa” è solo una detenzione. Così per il sulmonese Remigio Tizzani è arrivata l’assoluzione da parte del Tribunale di Sulmona al termine della discussione del procedimento dibattimentale. Il sulmonese era stato beccato dalla Guardia di Finanza di Sulmona e deferito all’autorità giudiziaria per il possesso di ventidue piantine di marijuana, che poi a conti fatti sono diventate diciotto. L’uomo teneva anche un barattolo contenente sempre la stessa sostanza per uso personale. Scattò il sequestro delle piante e il conseguente esame dell’Arta che- come ha sottolineato l’avvocato di Tizzani, Stefano Michelangelo- “aveva rilevato un bassissimo contenuto di Thc pari a 0,7 con una media di nove dosi giornaliere”. Secondo un recente indirizzo della Corte Costituzionale, il reato di coltivazione sussiste solo se c’è offensività in concreto. Nel caso specifico non solo è stata ridimensionata l’accusa, da coltivazione a detenzione, ma il giudice ha tenuto conto del quinto comma dell’articolo 73 del testo unico degli stupefacenti, ritenendo il fatto di lieve entità, mandando assolto l’imputato. Una sentenza che sicuramente fa da apripista a casi del genere, ponendosi quasi come caso pilota.

Andrea D’Aurelio

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