banner
banner

SULMONA – “Il colpo poteva uccidere”. Così il medico legale, Ildo Polidoro, che è stato ascoltato questa mattina nell’ambito dell’incidente probatorio per il blitz all’ex Centro di accoglienza dell’ex Casa Santa dell’Annunziata dove lo scorso 12 giugno fu ferito un richiedente asilo con un coltello. L’inchiesta, aperta dalla Procura della Repubblica di Sulmona dopo aver recepito l’informativa della Squadra Anticrimine del Commissariato, diretta dall’ispettore superiore Daniele L’Erario, conta due indagati entrambi accusati di tentato omicidio con l’aggravante razziale. Il primo è N.S., senza tetto della toscana, autore del gesto dimostrativo sull’acquedotto svevo di quest’estate ma anche e soprattutto dell’accoltellamento del gambiano. Lui è ancora rinchiuso in carcere a differenza di S.D.L. che è stato ristretto ai domiciliari. Il legale del giovane di Sulmona, Alberto Paolini, ha chiesto l’incidente probatorio perché ritiene troppo pesante un’accusa di tentato omicidio, alla luce anche delle dichiarazioni rese dagli indagati nel corso dell’interrogatorio di garanzia. La perizia di Polidoro avvalora la tesi della Procura. Il medico legale pur riconoscendo che “in relazione alla natura delle lesioni riscontrate non vi è stato pericolo di vita per la persona offesa né vi è stato indebolimento permanente di un organo o della sua funzione”, ha stabilito che “il colpo inferto che ha determinato la lesione costale e quella cutanea abbia avuto finalità offensiva e non difensiva”. “Con riferimento al quesito riguardante la idoneità del mezzo utilizzato a causare la morte della persona offesa possiamo rispondere affermativamente”- chiosa il perito precisando che “gli organi vitali, quali in particolare la milza e il polmone sinistro, non sono stati raggiunti esclusivamente a motivo della deviazione del colpo determinato dalla costa di sinistra, che ha indirizzato la lama e la punta del coltello in senso tangenziale rispetto all’emitorace”. Una perizia che lascia pochi dubbi. L’avvocato Paolini tiene però a precisare che il suo assistito, S.D.L., non è l’autore del gesto. La Procura ora, alla luce della valutazione del medico legale, chiederà l’udienza preliminare.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento