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SULMONA – Si aprirà il prossimo 25 febbraio 2020, davanti al collegio del Tribunale di Sulmona presieduto dal giudice Giuseppe Ferruccio, il procedimento penale per il 40 enne di Sulmona, S.D.L, accusato di tentato omicidio con l’aggravante dell’odio razziale per il blitz nell’ex Centro di accoglienza della Asp numero due della provincia dell’Aquila del 12 giugno 2018. Per quell’episodio il Tribunale ha già condannato, con rito abbreviato, un senza tetto della Toscana a sei anni di reclusione per la sola accusa di tentato omicidio, senza riconoscere l’aggravante dell’odio razziale. Oggi si è costituito il collegio giudicante per il processo che vede imputato il sulmonese anche se la formale costituzione delle parti ci sarà nell’udienza del 25 febbraio 2020 dal momento che il 40 enne è detenuto nel carcere di Pescara per altri reati, e il giudice ha ordinato la traduzione dell’imputato. Nel corso del procedimento sono pronti a sfilare davanti al collegio giudicante ben dieci testi, cinque dei quali ( escluso il consulente di parte) saranno citati dal Procuratore Capo della Repubblica, Giuseppe Bellelli. La persona offesa nel frattempo, un migrante che era ospite del centro di accoglienza dell’ex Casa Santa poi trasferito a Canistro, si è reso irreperibile. Si è allontanato alcuni mesi fa dalla struttura senza aver dato più notizie di sé. Era il 12 giugno 2018 quando i due uomini salirono al terzo piano dell’ex centro di accoglienza di corso Ovidio, dove erano ospitati 27 migranti, minacciando gli ospiti con una pistola scacciacani e un coltello di piccole dimensioni. I richiedenti asilo reagirono, sentendosi in pericolo e nel corso dei momenti concitati della discussione un ventitreenne proveniente dal Gambia, venne colpito con un coltello al fianco sinistro dal 47 enne toscano, poi condannato. Una scena che fu immortalata dagli stessi richiedenti asilo. Il sulmonese dovrà ora affrontare il processo, assistito dall’avvocato Alberto Paolini, che già all’epoca dei fatti aveva ritenuto troppo gravosa l’accusa per il giovane di Sulmona che fu arrestato dalla Squadra Anticrimine del Commissariato di Sulmona e poi ristretto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.

Andrea D’Aurelio

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