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L’AQUILA – Nell’ambito di un’inchiesta della procura della Repubblica dell’Aquila, il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, è indagato per corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Secondo quanto si è appreso, il governatore è coinvolto insieme a un’altra quindicina di persone tra funzionari e imprenditori. In corso perquisizioni anche domiciliari in diverse città d’Abruzzo, dopo quella negli uffici regionali di palazzo Silone. Oltre che dai Carabinieri, l’indagine è portata avanti anche dalla Polizia di Stato. Le carte sequestrate riguardano l’affidamento della ricostruzione di palazzo Centi, sede della presidenza nel centro storico aquilano,resa inagibile dal terremoto del 6 aprile 2009. Nei mesi scorsi la gara per l’appalto pubblico da 13 milioni di euro, cui hanno preso parte 29 grandi imprese, e’ stata aggiudicata alla ditta Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia con un ribasso del 35,017 per cento. L’inchiesta e’ coordinata dalla procura della Repubblica dell’Aquila. Nei giorni scorsi l’amministrazione regionale aveva dato l’ok alla congruita’ degli atti di gara, compreso il ribasso stesso. Il Presidente della Regione nel frattempo, su facebook, si è dichiarato estraneo ai fatti. “Questa mattina ho appreso che è in corso una verifica del mio operato da parte della Procura della Repubblica di L’Aquila per tre distinte vicende”- ha scritto il Governatore che riprende: “ritengo che la mia posizione sia assolutamente estranea a qualsivoglia fattispecie di reato e auspico un espletamento rapidissimo di ogni indagine. Ho fiducia nell’operato della magistratura così come ne avevo in passato, quando è stata sempre accertata la liceità delle mie condotte amministrative”.

Andrea D’Aurelio

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