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SULMONA – Era finito sotto processo con la pesante accusa di maltrattamenti in famiglia ma oggi per un uomo originario di Vittorito è arrivata la sentenza di non doversi procedere, pronunciata dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Sulmona, Daniele Sodani. I fatti risalgono al periodo temporale 2002-2015 nel corso del quale l’uomo, secondo l’accusa, avrebbe posto in essere nei confronti della moglie e in presenza della figlia minore, una serie di atti lesivi dell’integrità fisica e morale, attraverso minacce, atti di disprezzo e offesa alla propria dignità. In particolare l’uomo era accusato di aver costretto l’ex consorte a non frequentare l’abitazione dei propri genitori, di averla minacciata a cospargerle il corpo di benzina per bruciarla viva dopo il sospetto di un tradimento, di averla colpita con calci e pugni sulla testa, cagionandole lesioni giudicate guaribili in sette giorni. La donna, dopo aver raccontato tutto all’autorità giudiziaria, ha rimesso la querela presso la stazione dei Carabinieri per venire in possesso dell’abitazione. La querelle tra i due ex coniugi ha fatto scattare anche un procedimento civile. Nel corso dell’udienza preliminare, l’uomo assistito in giudizio dall’avvocato del foro di Sulmona Gianluca Lanciano, ha scelto il rito abbreviato. Il legale della donna, Cinzia Simonetti, si è costituita parte civile al di là della remissione di querela, visto che il reato di maltrattamenti in famiglia prevede la procedibilità d’ufficio. Il giudice Sodani ha derubricato il reato in violenza privata e lesioni, ritenendo troppo gravosa l’accusa di maltrattamenti alla luce dei fatti riscontrati, nonostante le richieste della parte civile e del Procuratore Capo della Procura della Repubblica, Giuseppe Bellelli. Per l’uomo quindi si è chiuso il procedimento penale di primo grado. Con la sentenza di non doversi procedere,  sono decadute entrambe le accuse.

Andrea D’Aurelio

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