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SULMONA – Quando proposta e protesta vanno insieme. Nel dibattito sul calo demografico che tiene sempre più banco in città dopo il report diffuso dal professore Aldo Ronci, che ha messo in evidenza come la città di Sulmona negli ultimi quattro anni ha perso più di mille abitanti, arriva la pungente analisi dell’associazione Abruzzo Again, presieduta dal giovane Alessandro Di Prata, che non ci sta a rimanere in silenzio di fronte a un quadro statistico “allarmante e preoccupante”. Per Di Prata una delle soluzioni per invertire la tendenza e il trend negativo è quella di puntare sulla frontiera del turismo esperienziale, un altro tipo di turismo e cultura che ancora prende piede sul territorio, tenendo conto che negli ultimi anni si è registrato anche il calo del dieci per cento delle prenotazioni delle strutture ricettive. Ma l’associazione, che si è fatta conoscere in città e nel comprensorio per i suoi eventi, comincia con l’amara constatazione del divario ancora troppo vasto fra costa e aree interne. “Questo, a mio avviso, è da attribuire sicuramente alla cattiva gestione politica delle aree interne che non viaggiano allo stesso passo della costa, ciò vuol dire che la politica ha fallito, non è riuscita a sfruttare risorse europee, nazionali e regionali destinate alle aree interne”- interviene Di Prata per passare poi a commentare il dato di Sulmona, altrettanto preoccupante.”La responsabilità è di una classe dirigente che non ha saputo dare risposte negli ultimi anni. Io ho visto molti amici andare via. Chi per necessità  e chi per volontà. E altri ne vedrò. Chiedo a questa amministrazione comunale, che è la più giovane di sempre, che risposte può dare”.  Di Prata quindi, probabilmente a nome dei giovani, suona la sveglia alle istituzioni. Il discorso è sicuramente più complesso. Per dirla con le parole dell’ex consigliere comunale, Antonio Iannamorelli, “il problema non è quante persone risiedono in un territorio, ma quante persone vivono il territorio” e di conseguenza non è detto che il “numero dei residenti è un criterio per valutare il benessere della città“. Certo è che di fronte a dati statistici il fenomeno va sicuramente affrontato per fermare quella fuga da Sulmona che, a differenza di chi lascia la città per scelta, è provocata dalla scarsa offerta di opportunità: lavoro, servizi e istruzione. La campagna elettorale è finita o, chissà, deve ancora cominciare. E certi temi non possono essere discussi solo quando le urne si devono aprire.

Andrea D’Aurelio

 

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