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SULMONA – “Le flessioni demografiche di Sulmona (-4,44%) e del territorio peligno (-4,48%) verificatesi negli ultimi cinque anni, hanno un’intensità pari a 6 volte quella media nazionale (-0,70%), non possono essere liquidate come delle semplici questioni di calo della popolazione, in quanto producono dei veri e propri problemi di squilibri tra generazioni che a loro volta comportano implicazioni di carattere sociale e culturale innestandosi su un sistema socio-economico sofferente ed inadeguato”. A tornare sull’argomento, dopo i dibattiti e le riflessioni dell’ultimo minuto, è il professore Aldo Ronci che estende lo studio del calo demografico anche alla Valle Peligna e alla Valle Subequana. Sulmona scende per la prima volta sotto i 25 mila abitanti e ne perde mille in quattro anni. Ma è in buona compagnia. L’intero territorio peligno e non solo (valle Peligna, Valle del Sagittario e la Valle Subequana) negli ultimi cinque anni, è passato da 52.408 abitanti del 31.12.2013 a 50.060 del 31.12.2018, una flessione di 2.348 abitanti. Nei primi sei mesi del 2019 gli abitanti sono scesi di 475 unità. Per farla breve il calo è di due migliaia di abitanti in meno negli ultimi cinque anni (dal 2014 al 2018) contro un migliaio in meno nel solo 2019. Per Ronci “l’unica strada percorribile per affrontare le problematiche del territorio peligno è la mobilitazione generale e unitaria pensando che di fronte alla gravissima crisi nella quale esso versa, ormai da decenni, c’e bisogno di unità e determinazione da parte di tutti (forze politiche, culturali, sindacali, degli imprenditori, dei professionisti, degli studenti, dei disoccupati ….) per poter affrontare il problema dei problemi far tornare il territorio peligno al centro dell’attenzione della Regione Abruzzo. La necessità di infrastrutture, di strutture, di investimenti, di adeguati servizi sanitari, scolastici e dei trasporti, del Tribunale, la presenza e la permanenza di numerosi altri presidi locali ed altro si dovranno affrontare non con una miriade di iniziative isolate e scollegate ma con la capacità di inserirsi con la lotta al centro di un disegno regionale che tenga conto delle peculiarità della Regione Abruzzo e tra queste del territorio peligno”.

Andrea D’Aurelio

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