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SULMONA – Domani avrebbe compiuto 42 anni, Emanuele Anzini il carabiniere originario di Sulmona, investito e ucciso da un’auto a un posto di controllo nel Bergamasco. Nel capoluogo peligno, dove vivono la madre Elenora, la sorella Catia e la figlia Sara, la notizia è stata accolta con sgomento e dolore da quanti lo conoscevano, increduli per una tragedia assurda e inspiegabile. Questa mattina il capitano della compagnia di Sulmona Maurizio Dino Guida ha avuto il triste compito di informare i familiari recandosi nell’abitazione della madre dell’appuntato. Il carabiniere tornava spesso a Sulmona, l’ultima volta sabato scorso proprio per stare vicino all’anziana madre. Nel 2015 il carabiniere venne distaccato per sei mesi nella compagnia di Sulmona, proprio per consentirgli di stare più vicino al genitore. La figlia Sara, che ha 19 anni, proprio in questi giorni è impegnata nel sostenere gli esami di diploma nell’istituto commerciale De Nino – Morandi. Dolore e sgomento anche nel bergamasco dove Emanuele si era fatto amare e apprezzare per le sue qualità. Era impegnato, ad esempio, come volontario nella Croce rossa di San Pellegrino. Alle 11,30 nella chiesa del paese c’è stata la benedizione della salma; la compagna, che viveva con lui da sei anni a Botta di Sedrina, è stata colta da malore e soccorso con un’ambulanza. I funerali saranno celebrati domani a Sulmona alle ore 15 nella Basilica Cattedrale di S. Panfilo. Non spegnerà le candeline ma, in quello che doveva essere il giorno del suo compleanno, riceverà l’ultimo saluto. “Voglio ricordarti così allegro, sorridente, generoso pieno di vita. Il nostro peggior nemico silenzioso è la strada, il rischio lo si vive giorno per giorno consapevoli che in qualsiasi momento l’imprevisto possa colpirci anche alle spalle”- si legge in uno dei tanti commenti che i colleghi stanno postando sul suo diario di facebook. E poi ci sono i messaggi che arrivano da amici e conoscenti che hanno un filo comune: il sorriso. Quel sorriso che Emanuele aveva sempre. Nella vita reale e in fotografia. Un sorriso che, sicuramente, non si spegnerà.

Andrea D’Aurelio

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