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SULMONA – Si tinge di giallo l’inchiesta sulle carcasse di cani sepolte nel Canile Comunale di Noce Mattei. Quella che sembrava la scoperta dell’ultimo minuto risale a qualche anno fa quando fu presentata una prima denuncia-querela a carico della Presidente dell’associazione Code Felici, G.T., che gestisce il canile municipale. Le indagini della Procura si chiudono con la citazione diretta a giudizio dell’imputata che finisce sotto processo, nel 2017, per smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi. Ma il 13 marzo 2019 arriva una seconda denuncia ai Carabinieri Forestali che fa riferimento alla stessa vicenda. A querelare la Presidente dell’associazione sono due ex volontari del canile che- stando alla denuncia- avrebbero partecipato alle operazioni di seppellimento dei cani. Il periodo incriminato è quello che va dal 31 luglio al 2 agosto 2016. Un ex collaboratrice di G.T. avrebbe dichiarato ai Forestali che in quell’arco temporale alcuni cani presenti all’interno del canile morivano e furono messi all’intero del congelatore dall’imputata che, dopo aver riempito lo stesso congelatore, avrebbe chiamato il suo compagno di vita ( un altro ex volontario del canile) per effettuare uno scavo dove seppellire i cani morti. Alle operazioni avrebbero partecipato l’ex volontaria querelante, il compagno che avrebbe scavato la fossa e poi ricoperto e- sempre secondo l’accusa- la Presidente dell’associazione Code Felici che avrebbe messo i cani lì dentro. Una versione che potrebbe allargare l’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Sulmona dal momento che anche gli ex volontari- stando al racconto reso- avrebbero partecipato a quelle operazioni. Intanto la scorsa settimana è stata notificata la chiusura delle indagini preliminari con la citazione diretta a giudizio di G.T., unica imputata del procedimento. Il giudice monocratico del Tribunale di Sulmona Concetta Buccini, ha disposto il rinvio dell’esame dei test ( primo processo) al 16 dicembre prossimo, accogliendo le richieste avanzate dal Pm e dall’avvocato Vittorio Masci, difensore dell’imputata, la Presidente dell’associazione che si occupa del Canile. Sono tre i test citati dalla Procura. Ai due agenti della Polizia Locale che erano stati chiamati a deporre per il primo procedimento, si aggiungerà il luogotenente della Forestale che ha effettuato i rilievi di rito nella fossa comune rinvenuta nelle scorse settimane. Il prossimo 16 dicembre si dovrà quindi aprire il secondo processo prima di riunire i due procedimenti dal momento che il fatto oggetto della discussione è identico. L’imputata si è difesa sostenendo che i cani seppelliti sono quelli che fanno riferimento a un’epidemia di cimurro. Ma il mistero sui cani sepolti al Canile si infittisce.

Andrea D’Aurelio

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