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SULMONA – A un giorno dalla pubblicazione del questionario per la pedonalizzazione del centro storico sono già in settecento ad aver risposto all’iniziativa lanciata dal Comune di Sulmona. Ad annunciarlo nello speciale di Onda Tg, che andrà in onda questa sera alle 21.30 sul canale diciotto del digitale terrestre, è stata Annamaria Casini, sindaco di Sulmona, che legge i primi dati come un buon risultato frutto di un vivo interesse da parte della cittadinanza su un tema di stretta attualità. Il primo screening riguarda solo il format telematico, quello che si trova sul sito istituzionale dell’ente, mentre ancora non si ha una stima precisa dei riscontri ottenuti sui questionari cartacei che si possono ritirare e compilare nella sede della Polizia Locale ( tutti i giorni dalle 8 alle 20) e presso l’ufficio turistico. Certo le prime settecento proposte si spera siano state mosse dal buon senso e dalla correttezza dal momento che il questionario ha ben poco di organico e scientifico anche se sta muovendo qualcosa in città. A illustrare la struttura e gli obiettivi sarà questa sera il sindaco ma già piovono critiche dalla minoranza. Non tanto sulla bontà dell’iniziativa quanto sul metodo. “Sulla questione della pedonalizzazione del centro storico e più in generale sul metodo di democrazia partecipata non ci si può affidare all’improvvisazione, perché la partecipazione presuppone un metodo scientifico”- affermano i consiglieri Fabio Pingue e Maurizio Balassone- “il questionario ci sembra riduca la complessità di una questione, come quella della vita nel centro storico, a sei domande rigidamente formulate a nostro giudizio con la mancanza di un‘idea di base, un’idea guida”. Per i due consiglieri “Solo le professionalità sono in grado di formulare correttamente le domande e in grado di tirar fuori dalle risposte e dal quadro conseguente le reali necessità. Il questionario è cosi misero nella sua articolazione e cosi riduttivo che per esempio tralascia completamente un dato fondamentale della fase delle interviste e cioè il fattore umano e la possibilità, da parte dell’intervistatore, di articolare le domande e di interagire con l’intervistato e con quello che man mano viene fuori dall’intervista. E’ vero che questo è un processo lungo e complesso ma la buona politica e la buona amministrazione hanno bisogno ogni volta di andare al cuore del problema e cercare le soluzioni più appropriate, anche se queste potrebbero costare qualche spot in meno”- concludono Pingue e Balassone.

Andrea D’Aurelio

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