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SULMONA – Il Tribunale per i diritti del Malato vuole vederci chiaro sulle mancanze che hanno portato alla chiusura del Centro Igiene Mentale e Centro diurno psichiatrico di Sulmona e chiede l’accesso agli atti ai Nas Abruzzo. Dall’ispezione dei militari sono passati oltre due mesi e il Tdm vuole capire quali delle prescrizioni sono state già adempiute e quali carenze invece sussistono ancora, non permettendo il ripristino delle attività nella struttura di viale Mazzini, dopo la sospensione disposta lo scorso 13 novembre con ordinanza del sindaco di Sulmona Annamaria Casini che ha recepito il verbale dei Nas. “Abbiamo chiesto ufficialmente la copia dell’ispezione dei Nas, interpellando anche il nostro Segretario Regionale”- interviene il responsabile del Tdm Edoardo Facchini- “vogliamo capire se il tempo di 60 giorni indicato dal Dipartimento Prevenzione Asl è sufficiente o meno”. Proprio il Tdm nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme sul personale del Cim dell’Aquila che sta gestendo il flusso dei pazienti che arrivano da Sulmona, nonostante la sede ambulatoriale collocata in ospedale. Per il ripristino delle attività al Cim di Sulmona mancherebbero ancora l’allaccio dell’Enel e l’autorizzazione del Genio Civile. Tutto è cominciato con l’esposto presentato dal sindaco Nursind che ha fatto scattare l’ispezione dei Nas. Poi l’ordinanza di chiusura del sindaco Casini, impugnata dalla Asl davanti al Tar Abruzzo. Ma i giudici amministrativi hanno dato ragione al primo cittadino. Ora la richiesta di accesso agli atti da parte del Tdm.

Andrea D’Aurelio

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