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SULMONA – Torna nel degrado e nell’abbandono la cappella gentilizia dei baroni Mazara. Nei giorni in cui il cimitero di Sulmona è diventato l’osservato speciale, vista la ricorrenza, non è passato inosservato l’indecoroso spettacolo che fa capo alla storica cappella che, in passato, è stata oggetto di un primo intervento di bonifica in attesa del progetto di ristrutturazione che, elaborato da tempo, attende ancora di ottenere la copertura economica. E intanto quel fiore all’occhiello affonda nell’incuria. La folta vegetazione continua a crescere e la cappella è diventata ricettacolo di gatti e animali. In molti, mentre transitavano nel viale centrale del cimitero, sono rimasti sbalorditi e hanno scattato anche qualche foto per segnalare il caso alla Soprintendenza e al Comune che è l’ente proprietario. Nel febbraio 2013 il Rotary Club aveva avviato una sottoscrizione pubblica per recuperare l’immobile. Nel 2014 è stato eseguito l’intervento di bonifica che restituì un nuovo volto alla cappella gentilizia. Ma dopo cinque anni si è tornati al punto di partenza. Esiste un progetto ma si attendono i fondi mentre la Sorprintendenza va avanti con l’iniziativa di catalogare tutte le cappelle gentilizie. La cappella dei Baroni Mazara è sicuramente uno dei più belli ed espressivi monumenti del cimitero di Sulmona. A pianta cruciforme di chiara tendenza neoclassica fu commissionata da Francesco Mazara, barone di Schinaforte, per commemorare la memoria del padre Gentile. L’opera, iniziata nel 1906, fu completata nel 1910 su progetto dell’ingegnere Domenico Poillucci e ha raggruppato le migliori maestranze locali dell’epoca per la sua realizzazione. L’artista di maggior rilievo che ha operato nel monumento è certamente lo scultore Giovanni Granata che ha realizzato: un angelo di marmo, posizionato al lato del cancello principale; due statue che posano sui sarcofagi all’interno della cappella rappresentanti la carità segreta e l’Angelo della Morte; lo stemma, sorretto da due puttini di marmo; lo scheletro di bronzo che sovrasta lo stemma stesso. Altri nomi sono i marmisti Vincenzo Di Renzo da Sulmona e Onorato Renzo da Roma, lo scalpellino Francesco Pagliaro e lo stuccatore Arnaldo Di Ramio. Una nota particolare va alle opere in ferro battuto, recinzione e cancello, realizzate dai fratelli Ranieri di Guardiagrele che, purtroppo,  sono state trafugate. La cappella è stata venduta al comune di Sulmona il 20 novembre 1997 da Pier Paolo D’Agostino Orsini ultimo erede della famiglia Mazara.

Andrea D’Aurelio

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