banner
banner
All-focus

SULMONA – Sulmona città senza governo. Detto fatto oggi è stato il giorno delle dimissioni per i due assessori dimasciani della Giunta Casini, il vice sindaco Luigi Biagi e l’assessore Mauro Tirimacco, che si sono dati appuntamento alle 10, 15 a Palazzo San Francesco per ratificare la loro decisione di abbandonare l’esecutivo comunale guidato dal sindaco, Annamaria Casini. Tirimacco e Biagi non erano soli. A rispondere all’appello del consigliere Di Masci, come si vociferava da giorni, sono stati gli altri due assessori gerosolimiani, Piero Fasciani e Stefano Mariani, che hanno rimesso le loro deleghe nelle mani del sindaco che ora può contare solo su un assessore, Manuela Cozzi, l’unica “superstite” di questa fuga da Palazzo. D’altronde la Cozzi un anno fa era stata indicata direttamente dal sindaco e al fianco della Casini ha deciso di rimanere anche nel momento più buio di questa esperienza amministrativa. I quattro assessori, difendendo l’operato e il lavoro svolto, hanno ribadito che la scelta delle dimissioni non è altro che un atto di rispetto verso la città e il Consiglio Comunale in un momento dove l’appoggio e la fiducia sono venuti meno. Prima di ratificare le dimissioni all’ufficio protocollo gli ormai quattro ex assessori hanno avuto un colloquio con il sindaco  nel corso del quale sarebbero volati stracci. “Io continuo a lavorare per la città, sto firmando la convenzione con la Usrc e nei prossimi giorni incontrerò i vari gruppi” – ha commentato la Casini. Con le dimissioni formali di quattro assessori esplode la crisi a Palazzo San Francesco e al sindaco arriva un segnale politico ben preciso. Gli ormai suoi ex alleati stanno cercando di invitarla alle dimissioni per favorire un clima di confronto e riflessione e dar seguito a una volontà politica che sembra destinata al ritorno alle urne. Ieri c’è stato l’ennesimo summit politico per convincere la Casini a riconsegnare la fascia tricolore per la terza volta ma nell’ultimo Consiglio la diretta interessata è stata chiara. Quel “non mi dimetto” urlato a gran voce complica e non poco le “operazioni” e mette in difficoltà anche chi a sciogliere Consigli e a vincere elezioni è diventato uno stratega. Non è escluso comunque che la Casini provi nelle prossime ore a riavviare le consultazioni per verificare se ci sono le possibilità di formare una nuova maggioranza, magari andando a ripescare qualcuno che si è “perso” per strada.  Per chiudere l’era Casini, gli scenari che si aprono sono essenzialmente tre: le dimissioni del sindaco che diventerebbero irrevocabili comunque dopo venti giorni, le dimissioni contestuali di almeno nove consiglieri o, per assurdo, le dimissioni contestuali dopo il 21 febbraio favorendo un commissariamento lungo che Di Masci e i suoi volevano evitare. In alternativa ci sarebbe l’effetto elezioni in Emilia Romagna che, solo in un caso, potrebbero salvare la Casini con un governo politico, cioè con assessori non più tecnici fino al maggio 2021, scadenza naturale del mandato. La situazione attuale però non è affatto confortante: da un lato c’è una Giunta che conta solo due elementi su sei ( sindaco compreso) e dall’altro un Consiglio che non risponde più alle scelte degli elettori. La politica del tirare a campare potrebbe diventare quasi uno sgarbo alla democrazia.

Andrea D’Aurelio

Lascia un commento