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SULMONA – Ancora due giorni e chiuderà la libreria di Jacopo Lupi in centro storico. I giovani fanno le valigie e scappano dalla città per cercare lavoro e fortuna come ci ricorda la storia di Manuel Previtali che ha aperto un’attività a Montesilvano. Gli ambulanti riconsegnano la licenza perché la centralissima piazza non è più ambita come un tempo. Il centro storico è sempre più povero. Eppure, dopo dieci anni esatti, torna quel segno più sul bilancio delle aperture e delle chiusura dei negozi di quartiere. Nel 2018, infatti, sono state 10 le attività che hanno chiuso le saracinesche, ma sono state il doppio quelle che le hanno alzate. Delle 10 attività chiuse, sette sono in centro storico. Ci sono poi i numeri parziali per il 2019: sono quattro i negozi chiusi. I numeri, però, non sono ancora così stabili, tanto è vero che il mercato, invece, continua a far segnare il segno meno. Venti ambulanti hanno lasciato piazza Garibaldi da gennaio 2018 ad ora. Quattordici cessioni si sono registrate nell’annualità 2018 e altre sei quest’anno. Negli ultimi anni, sotto la spinta dei diretti interessati, l’amministrazione comunale ha avviato la riforma del mercato, fino ad arrivare al restyling definitivo di piazza Garibaldi del 7 ottobre 2017. Il numero degli ambulanti è stato ridotto da 161 a 105, con la nuova planimetria che razionalizza l’occupazione del plateatico introducendo i corridoi di soccorso e dei disabili, applicando il cosiddetto concetto di “entrata libera”, un complesso di azioni finalizzate al miglioramento dell’accessibilità delle persone con disabilità ai banchi delle merci esposte. Ma per la Confesercenti e Fiesa la vera boccata d’ossigeno può arrivare con il riconoscimento del mercato storico. Il grande sforzo è stato fatto la scorsa estate con la modifica della legge regionale, ma la palla passa ora ai Comuni. Una proposta generata dall’analisi di dati storici che indicano l’anno 1.234 quale riferimento dell’istituzione del mercato e delle fiere di Sulmona, da parte di Federico II. Tornando al centro storico sono circa 39 i negozi chiusi o sfitti che si trovano lungo corso Ovidio, con 28 di questi concentrati sulla parte sud, cioè tra piazza del Carmine e Porta Napoli. A soccombere per la concorrenza dei supermercati e di attività in crescita in altre zone della città ( via San Polo), dove ci sono uffici e servizi, sono soprattutto i piccoli negozi di quartiere e di vicinato. Quelli che da sempre costituiscono il tessuto socio-economico di Sulmona.

Andrea D’Aurelio

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