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SULMONA – E’ un sindaco dimissionario che risponde al telefono, finalmente, ma a quanto pare non solo a noi perché dice di essere “in pieno ascolto”. Tono pacato e voce ferma e tranquilla. Raggiunta telefonicamente da Onda Tg, poiché fuori città, Annamaria Casini non scioglie i dubbi sulla sua ultima decisione ma si toglie qualche sassolino dalla scarpa, rivendicando anche il ruolo di protagonismo nell’esercizio istituzionale della carica di sindaco, rimettendo la palla al centro. Per la Casini non è il momento di parlare di spartizione delle responsabilità, perché ognuno lo farà a tempo debito rispondendo del proprio operato di fronte gli elettori, ma la parola chiave è governabilità. “Non stiamo amministrando un condominio, con tutto il rispetto per questo compito”- ha esordito il sindaco- “ognuno è bene che dica la sua anche perché io sono in pieno ascolto”. E poi ribadisce le sue priorità. “La vera sfida”- prosegue- “è riportare Sulmona alla normalità perché deve essere governata. L’obiettivo era, dovrebbe essere e rimane arrivare a fine mandato. Chi ritiene che far cadere un’amministrazione sia un bene fa un grave errore”. Nessuno però, almeno formalmente, ha avviato una raccolta di firme per mandare a casa gli amministratori di Palazzo San Francesco. E’ il sindaco che si è dimessa per ben due volte. “Ma non è che io mi dimetto perché non voglio portare avanti il progetto”- puntualizza Casini- “oggi non ci sono più i presupposti per fare un lavoro del genere”. E poi, sdrammatizzando s’intende, cita Mussolini: “governare l’Italia non è impossibile, è inutile”. Ma riferimenti a parte il sindaco dimissionario ha spiegato anche che la sua lettera di dimissioni, che risale allo scorso 10 agosto, non è stata dettata dalla rabbia che resta un’emozione del momento ma dalla delusione. “E’ l’epilogo di un lunghissimo periodo di gravi problemi che abbiamo vissuto senza la capacità di progettare in maniera serena”- rincara senza usare mezzi termini. Ma perché la tanto amata governabilità alla fine non viene messa in atto? Che cosa non va, chi rema a favore o contro? “Non mi permetto di dare nessun suggerimento”- aggiunge il sindaco riferendosi ai consiglieri comunali in questo caso- “ognuno deve fare i conti con la propria coscienza. Deve operare secondo un’etica. Se il progetto non è compatibile con le proprie ambizioni o aspettative rispetto al ruolo non è possibile pensare di tirare a campare portando un contributo che depotenzia Sulmona”. Il sindaco non entra nel merito ma, per i più attenti, è facile cogliere il riferimento. Come pure, rispondendo alla nostra sollecitazione sui rapporti con il patron della coalizione civica, sostiene di essere protagonista di questo progetto, sfatando il mito del burattinaio che si menziona nell’immaginario collettivo. Analisi e considerazioni non mancano ma nei fatti? “Sto creando una base informativa più ampia possibile. Nei prossimi giorni faremo una sintesi”- conclude il sindaco che incrocia però a questo punto un altro grande ostacolo: il tempo. Ancora sei giorni e le sue dimissioni saranno effettive e irrevocabili. E’ vero che la città vuole essere governata ma vuole sapere anche da chi. Se da questo sindaco o da un sindaco che bisogna eleggere nel prossimo futuro nel bel mezzo di un altro commissariamento.

Andrea D’Aurelio

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