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SULMONA – “Solo toni diffamatori dal famigerato comitato per i quali chiederemo il risarcimento dei danni il cui ricavato sarà devoluto per i locali e i laboratori della scuola”. Lo afferma ai microfoni di Onda Tg il Dirigente Scolastico del Polo Scientifico-Tecnologico Massimo Di Paolo che non ce la fa a restare a guardare e torna a parlare della vicenda De Nino-Morandi, il plesso scolastico di Sulmona chiuso dal 17 ottobre 2014, dopo i sigilli posti dalla Guardia di Finanza dell’Aquila su una parte dell’edificio per presunti lavori sbagliati post sisma. Per il Dirigente Scolastico e il Consiglio d’Istituto del Polo “Fermi” “il dibattito sta uscendo fuori dal percorso istituzionale con toni di inesattezza”. Di Paolo annuncia il ricorso alle vie legali e precisa che non è vero che “il corso Afm è stato chiuso ma è arricchito con la presenza dell’articolazione di Sistemi Informativi Aziendali (Sia)” e che “il comitato non ha mai fatto alcun accenno alla didattica che è il caposaldo delle iscrizioni, basta notare quello che è accaduto nell’Istituto Tecnico Industriale”. Il discorso si sposta subito dopo all’edificio del De Nino-Morandi con il preside che non ci sta a far passare la dirigenza come la parte più disinteressata al rientro degli studenti. “Il comitato dimentica”- riprende Di Paolo- “che prima dello spostamento all’Iti il De Nino-Morandi versava in condizioni vergognose fra servizi igienici e riscaldamento, per non parlare delle palestre dove non era possibile rispettare la privacy fra uomini e donne negli spogliatoi. Nei reperti documentati nessun insegnante all’epoca aveva fatto un atto per smuovere la situazione”. Sull’istanza di dissequestro che presenterà la Procura della Repubblica dell’Aquila il preside conclude sostenendo ” che già da tempi addietro la Procura aveva definito le condizioni del dissequestro come già risaputo e quindi il risultato non è attribuibile al loro merito”.

Andrea D’Aurelio

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