SULMONA – “Fornire con urgenza ogni informazione sullo stato di avanzamento della procedura, chiarendo in particolare quali delle attività siano state effettivamente svolte e documentare l’informativa con il relativo atto amministrativo di attuazione ed esecuzione di ciascuna attività riferita”. E’ quanto chiede il comitato De Nino-Morandi, presieduto dal prof. Franco D’Amico, in una lettera-diffida indirizzata al Provveditorato alle Opere Pubbliche, soggetto attuatore per l’esecuzione dei lavori della sede storica dei ragionieri e geometri, chiusa dal mese di ottobre 2014 per presunti lavori sbagliati post sisma. Dopo il triplice esposto presentato a Procura, Ministero e Corte dei Conti, il comitato torna alla carica sulla sede storia di via D’Andrea, abbandonata a se stessa e lasciata sprofondare nel degrado. Perchè l’immagine di quell’edificio storico invaso da erbacce e da alberi caduti, con qualche porta interna lasciata aperte, denota la trascuratezza e lo scarso interesse verso una scuola che ha segnato l’identità di una città e di un territorio. E se il ritorno a Sulmona nell’ex convento di S. Antonio sembra sfumare, dal momento che l’impresa ha iniziato la fase della negoziazione con il Comune per la scuola Capograssi, il comitato non si perde d’animo e ricomincia da via D’Andrea. “Con lettera del 17 ottobre 2018 avevamo richiesto un ulteriore appuntamento proprio per verificare lo stato di avanzamento della procedura che avrebbe condotto all’esecuzione dei lavori sugli immobili interessati, ma a detta missiva non si è avuto alcun riscontro”- scrive D’Amico specificando pure che “è evidente tanto l’interesse del comitato- in quanto portatore di specifiche istanze sull’avanzamento della procedura- quanto l’intollerabilità di una completa stasi sulla problematica complessiva”. Da qui la richiesta al Provveditorato ( che assume anche il carattere di una diffida) di tirare fuori le carte. Stando all’ultimo cronoprogramma i lavori dovrebbero cominciare in autunno per concludersi nel 2021 ma non si ha contezza nè dell’esito dello studio sulla progettazione richiesto dalla Provincia e nè dell’istanza di dissequestro che la Provincia già un anno fa avrebbe dovuto chiedere alla Procura dell’Aquila. Certo la via più breve per il ritorno a casa sarebbe stata quella di viale Mazzini con la sede alternativa dell’ex convento di S. Antonio ma la trattativa con la Provincia non si è mai conclusa. Mancava la destinazione d’uso scolastico che l’impresa fino a qualche settimana fa non possedeva. Sono partite missive per evidenziare la problematica. Nulla di più legittimo. Anche se viene spontaneo chiedersi il perchè chi poteva adoperarsi per la rimozione di tutti gli ostacoli procedurali, non lo ha fatto, anche se non era tenuto. Per il De Nino-Morandi si torna al punto di partenza o quasi. L’esposto del comitato è finito su tutti i tavoli istituzionali mentre già dopo domani potrebbe esserci una nuova assemblea con le famiglie degli studenti per pianificare le iniziative da adottare. Non si esclude una protesta, ancora da organizzare nel dettaglio. Il grande ostacolo è quello della partecipazione perchè la maggior parte degli addetti ai lavori, negli ultimi anni, non è scesa in campo. Nelle prossime ore potrebbe quindi arrivare il banco di prova.
Andrea D’Aurelio