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SULMONA – Pronti alle dimissioni gli assessori dimasciani. Martedì potrebbe essere il giorno delle dimissioni del vice sindaco, Luigi Biagi e dell’assessore Mauro Tirimacco, per lanciare l’ennesimo segnale politico al sindaco di Sulmona, Annamaria Casini. Ad annunciarlo è stato il consigliere comunale, Bruno Di Masci, che oggi all’hotel Ovidius ha riunito i suoi sostenitori per ufficializzare la fine dell’esperienza di governo con la Casini, avviata a febbraio dello scorso anno per evitare un lungo commissariamento. “Il sindaco non può fare finta di nulla. Si sapeva che il nostro appoggio era temporaneo e non fino alla fine dei secoli. Il sindaco non può dire che non si dimette se vuole bene alla città.  Deve prendere rre atto della situazione. Martedì i nostri assessori si dimetteranno e mi auguro che anche gli altri facciano altrettanto. Poi chiederemo il Consiglio Comunale”- ha detto Di Masci che ha annunciato anche una querela all’ex Commissario del Pd per l’espulsione dal partito di quattro consiglieri (compreso il diretto interessato) per non aver notificato il provvedimento. “Abbiamo letto le locandine e lo abbiamo appreso dalla stampa. Ci stiamo già muovendo” – ha continuato Di Masci per poi passare all’attacco del Segretario Provinciale Francesco Piacente, sfogliando la rassegna stampa sull’inchiesta di Capistrello e  sostenendo che non può essere l’ex Commissario “il garante della legalità“. Ha ricordato poi la vicenda del Segretario Regionale Michele Fina e del richiamo che gli arrivò proprio da Di Masci nel 2015 dopo i vertici e gli incontri con l’ex assessore regionale, Andrea Gerosolimo. “Noi con il Pd non vogliamo più avere nulla a che fare anche perché Zingaretti sta ormai sciogliendo il partito” – tuona Di Masci consolidando di fatto il nuovo corso con i civici gerosolimiani per il governo della città ma non con il sindaco Casini ma con una nuova compagine che dovrà passare per le consultazioni. Per Di Masci, che comunque si dice pronto a firmare assieme agli altri due consiglieri ex Pd, deve essere la Casini a verificare la sussistenza dei numeri e prendere atto della situazione. “Dire che non si dimette è un gesto irresponsabile” – conclude  rivolgendosi al sindaco dopo lo sfogo a trecentosessanta gradi mentre la città continua a interrogarsi sul suo futuro e sulle sorti di una politica che è sempre più lontana dalle esigenze degli elettori, questi conosciuti solo in campagna elettorale.  Fra le varie ipotesi che restano in piedi, se gli annunci non dovessero tramutarsi in fatti entro il 21 febbraio, si potrebbe aprire una nuova stagione di commissariamento lungo, quello che Di Masci e i civici volevano evitare un anno fa. Incredibile ma vero. Forse. In alternativa, sempre che la Casini dovesse riuscire a rimanere in sella, ci sarebbe un governo politico per arrivare a fine mandato. Andrea D’Aurelio

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