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BUSSI SUL TIRINO- “Non bisogna certamente cedere a una logica giustizialista, ma è doveroso ribadire, per amore della giustizia, che venga riparato al più presto il danno ambientale fatto nel territorio di Bussi e della Val Pescara”. A parlare è il vescovo della diocesi di Sulmona-Valva, mons. Angelo Spina, all’indomani del pronunciamento della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila che ha riconosciuto l’avvelenamento colposo delle acque, modificando così la prima sentenza di due anni fa della Corte d’Assise di Chieti, quando il reato non era stato riconosciuto e i 19 imputati erano stati tutti assolti. “Dobbiamo custodire il creato poiché è un dono che il Signore ci ha dato, è il regalo di Dio a noi; noi siamo custodi del creato. Quando noi sfruttiamo il creato, distruggiamo il segno dell’amore di Dio”- afferma il pastore diocesano, citando papa Francesco. “Distruggere il creato è dire a Dio: ‘non mi piace’. E questo non è buono: ecco il peccato”. Per il vescovo, “è bene che, una volta accertata in via definitiva la responsabilità di chi ha inquinato, si provveda a far sì che le terre della Val Pescara tornino a essere sane e accoglienti. Dunque, interpretando i sentimenti della popolazione che abita le zone inquinate, ripeto che il male fatto venga riparato. Dove è stata provocata la ferita dell’inquinamento, ora è il momento di provvedere a una riparazione con una bonifica integrale. Questo- come già si era espressa in precedenza la Conferenza episcopale abruzzese e molisana – sarà il segno dovuto come giustizia e apertura di speranza”.

Andrea D’Aurelio

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