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SULMONA – Per il Ministero dell’Interno quel divieto di sosta non è legittimo ma il Comune non ha ancora proceduto alla rimozione del segnale che è rimbalzato alle cronache. In via Caprareccia, in località Badia di Sulmona, il clima resta teso. Dopo aver chiesto l’intervento del Ministero ora, l’avvocato-residente Catia Puglielli che si è ritrovata il famoso segnale davanti la sua abitazione, è pronta ad interessare la magistratura qualora da Palazzo San Francesco non provvedano all’immediata rimozione. Insomma il caso del segnale contestato rischia di finire in Tribunale. Ma andiamo con ordine. L’ordinanza che ha istituito il divieto di sosta permanente nella strada antistante un certo numero civico di via Caprareccia è stata firmata in data 14 giugno 2018 dal Dirigente del quarto settore Amedeo D’Eramo. La Puglielli non può parcheggiare davanti casa e lo studio legale. Non un divieto per tutto il quartiere ma solo per lei e per i suoi clienti, molti dei quali disabili e con difficoltà a deambulare. A far scattare le verifiche è stata la segnalazione di un residente di via Caprareccia che chiedeva di rivedere la gestione della viabilità dal momento che le auto parcheggiate non permettevano di uscire e entrare in modo agevole dal cancello della sua abitazione. E’ stata sollevata anche la questione che via Caprareccia è un’area a verde pubblico e non un’area a parcheggio pubblico come accertato dal terzo settore del Comune. La Puglielli ha presentato ricorso all’Anac con la conseguente sospensione del provvedimento, interpellando anche il Ministero che ha effettuato prima un sopralluogo in Comune, visionando tutta la documentazione, per passare poi a ispezionare il luogo in questione. Lo scorso febbraio arriva la doccia gelata per il Comune. “L’ordinanza impugnata non è proporzionata alle finalità che intende perseguire, laddove vengono anteposte al bene primario della collettività, le esigenze particolaristiche di un soggetto privato, che peraltro non può legittimamente vantare”- scriveva il Ministero ai funzionari comunali. Sono passati sette mesi e il segnale resta lì. “Nonostante io abbia azionato gli strumenti di legge per l’affermazione dei miei diritti e nonostante l’annullamento dell’ordinanza comunale da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti l’amministrazione si è disinteressata mantenendo su una strada pubblica un ingiusto divieto. Ho atteso pazientemente e spero in un serio impegno del Comune per evitare conseguenze ulteriori”- avverte Catia Puglielli. Fra l’altro il segnale non è messo proprio bene e rischia di finire addosso a qualcuno e di ledere pubblica incolumità. La Puglielli lancia l’ultimatum prima di portare il caso in Procura.

Andrea D’Aurelio

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