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SULMONA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere il 50 enne di origine napoletana, S.S., che è stato raggiunto nei giorni scorsi dall’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma per l’inchiesta sulla detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Un’indagine, quella condotta dalla Procura capitolina, che ha fatto scattare la contestuale perquisizione e l’arresto eseguito dalla Guardia di Finanza a Sulmona. Ieri l’ambulante, per quanto riguarda il filone romano dell’inchiesta, è stato interrogato in rogatoria dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Giuseppe Ferruccio. L’uomo, assistito dall’avvocato del foro dell’Aquila Sonia Giallonardo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gli atti saranno notificati al Tribunale capitolino per la nuova ordinanza che potrà confermare, sostituire o revocare la misura cautelare degli arresti domiciliari. L’avvocato Giallonardo non ha presentato alcuna istanza, demandando alla magistratura romana la decisione, essendo il suo assistito già agli arresti domiciliari dopo l’operazione eseguita dalla Finanza di Sulmona che ha trovato a casa del 50 enne, che risiede in città, un etto di cocaina, trenta grammi di hashish, un bilancio di precisione e la somma di 6200 euro in contati, possibile provento dell’attività di spaccio. L’ambulante è finito prima dietro le sbarre ma dopo 24 ore, per le sue gravi condizioni di salute non compatibili con il regime detentivo, è stato scarcerato. L’intera inchiesta ha preso le mosse dall’operazione della Guardia di Finanza denominata “Droga nel bus” che riguarda proprio il traffico di droga dalla capitale. I fatti risalgono al 27 marzo 2019 quando il figlio del 50 enne, V.S., venne arrestato con la droga nella valigia su un bus che, diretto a Sulmona, proveniva da Roma. Al 27 enne, condannato con rito abbreviato dal Tribunale a quattro anni e otto mesi di reclusione, le Fiamme Gialle trovarono 70 grammi di cocaina e 400 grammi di hashish nascosti in un sacchetto di plastica tra l’intercapedine e la fodera della valigia. Con lui c’era anche un altro giovane. Sotto inchiesta, nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma, è finito anche il padre a causa delle intercettazioni telefoniche che, secondo i magistrati, proverebbero che il 50 enne era destinatario di quel carico di droga assieme al figlio. Tutto da riscontrare in fase processuale. Ma intanto per l’ambulante è scattata la doppia misura cautelare.

Andrea D’Aurelio

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