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SULMONA – “Porre in essere immediate azioni tese a riaprire l’edificio di via D’Andrea o, in subordine, individuare una sede alternativa  per favorire il rientro degli studenti in città“. A chiederlo alla Provincia dell’Aquila e al Provveditorato alle Opere pubbliche, soggetto attuatore per l’esecuzione dei lavori nella sede storica, sono gli ex alunni del De Nino-Morandi, la scuola chiusa da cinque anni,  per presunti lavori sbagliati post sisma. Fallito il tentativo di un rientro in città nell’ex convento di S. Antonio, immobile che era stato scelto come nuova sede provvisoria, i ragionieri e geometri hanno deciso di chiedere un’azione incisiva alle istituzioni per sbloccare una situazione che rasenta il paradosso. Sono circa duemila le firme raccolte per la riapertura dell’Itc e Itg. La petizione, notificata per conoscenza anche al sindaco di Sulmona Annamaria Casini, è stata lanciata nel 2017 da un gruppo di ex alunni che sono riusciti a raccogliere il consenso di varie figure professionali che si sono diplomate proprio in via D’Andrea. Lì sono cresciute intere generazioni di studenti. Oggi ingegneri, geometri, avvocati, docenti e Dirigenti. L’iniziativa, sostenuta anche dal comitato De Nino-Morandi, ha un mero carattere simbolico e tende a riaccendere i riflettori sul futuro della scuola. Le firme sono state raccolte due anni fa e poi la petizione fu congelata nel momento in cui la Provincia avviò la manifestazione d’interesse per la sede alternativa. Il finale di quella storia è ormai noto e gli ex alunni hanno deciso di riprendere in mano la raccolta firme e consegnarla agli organi preposti. Ieri nel frattempo, a margine dell’insediamento del nuovo Consiglio Provinciale, si è appreso che si sta valutando  un rientro a Sulmona nella sede della scuola Capograssi, una volta che i lavori saranno completati ( il prossimo anno scolastico) e gli studenti delle medie rientrati, in attesa degli interventi sulla sede storica. E’ ancora tutto da vedere ma il comitato, presieduto da Franco D’Amico, mantiene alta l’attenzione e si dice pronto a seguire tutti gli sviluppi del caso.

Andrea D’Aurelio

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