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foto Reteabruzzo SULMONA – Era caduto sul ponte Capograssi, all’altezza dell’edicola, per un improvviso malore. Da quel giorno non si è più ripreso, iniziando la sua agonia, che si è conclusa oggi. E’ morto questa mattina, all’ospedale di Pescina, Emiliano Splendore, professore di Sulmona, molto attivo nella vita artistica e culturale della città e del comprensorio.  Aveva 76 anni. La scorsa estate è stato colto da un aneurisma cerebrale che è risultato fatale, tanto da costringerlo a rimanere attaccato alle macchine, per continuare a vivere. E’ stato prima ricoverato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, per essere preso in carico subito dopo nel nosocomio cittadino, prima del trasferimento a Pescina dove, questa mattina, il suo cuore ha cessato di battere. La camera ardente sarà allestita nell’obitorio dell’ospedale di Sulmona. Con Emiliano Splendore se ne va un altro big della cultura peligna, amico di Giuseppe Papponetti, e fautore di non poche iniziative fra cui la rassegna dei pittori peligni. Nato  a Fagnano Castello (Cosenza), viveva a Sulmona ormai da tantissimi anni ed era membro della Deputazione Abruzzese di Storia Patria. Da qualche anno era alla guida del Gruppo Archeologico Superequano e recentemente si è occupato anche del sommo poeta Ovidio con un apposito catalogo, frutto della seconda mostra collettiva di pittori ed incisori della Valle Peligna. Autore di libri, mostre, impegnato in passato anche in politica. L’ultima fatica data alle stampe è l’opuscolo sul culto di S. Agata e le antichità di Castelvecchio Subequo. Il 2 giugno 2012 è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere Ordine al merito della Repubblica Italiana. E’ sua l’iniziativa del centro studi dedicato all’amico e professore Giuseppe Papponetti. Ci piace pensare che ora i due luminari sono di nuovo insieme, con la speranza che chi rimane sappia raccogliere il grande patrimonio lasciato da entrambi. La notizia si è diffusa in tarda mattinata a Sulmona, gettando nello sconforto quanti lo conoscevano. Anche noi di Onda Tg salutiamo colui che all’anagrafe era Splendore. Di nome e di fatto.

Andrea D’Aurelio

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