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SULMONA – 5,05 del 17 giugno 2019. L’appuntato Emanuele Anzini è morto da almeno due ore, travolto e ucciso dall’automobilista impazzato che non si è fermato al posto di blocco. Era ubriaco e ha tirato dritto. L’orologio segna le tre del mattino. Ma in quella strada del bergamasco passa un sulmonese, anche lui fuori sede, che attraversa l’arteria per raggiungere il posto di lavoro. Immortala il momento. Da un lato i Carabinieri ancora con le sirene accese e poi c’è quel lenzuolo bianco a terra che avvolge il corpo senza vita del Carabiniere di Sulmona. Sono le primissime immagini di una tragedia immane, trasmesse da Onda Tg nell’edizione serale, che ha sconvolto l’intero paese.

L’INCHIESTA E I FATTI

Il turno di notte di pattugliamento delle strade bergamasche si è trasformato in tragedia per un carabiniere di origini abruzzesi ma che lavorava da vent’anni in provincia di Bergamo: l’appuntato scelto Emanuele Anzini, che avrebbe compiuto 42 anni domani, è stato travolto e ucciso a un posto di controllo a Terno d’Isola, da un automobilista risultato positivo all’alcoltest e arrestato. In carcere con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale (formalizzata in giornata dal pm Raffaella Latorraca che, ricostruiti i fatti, ha modificato l’iniziale accusa di omicidio stradale) è finito un cuoco trentaquattrenne di Sotto il Monte Giovanni XXIII: Matteo Colombi Manzi aveva un tasso alcolico di quasi 3 grammi per litro, vale a dire 5 volte il limite di legge. Dopo aver investito l’appuntato che gli aveva intimato l’alt e averlo trascinato per una cinquantina di metri con la sua Audi A3, si è allontanato, salvo ripresentarsi al posto di controllo una decina di minuti dopo, dov’è stato fermato dai colleghi del militare ucciso e arrestato dalla polizia stradale che ha effettuato i rilievi. Per l’appuntato Anzini, nativo di Sulmona e papà di una ragazza di 19 anni, non c’era più nulla da fare: il dramma un quarto d’ora prima delle 3, alle porte di Terno d’Isola. Oggi pomeriggio è stata eseguita l’autopsia, mentre i funerali del militare saranno celebrati domani pomeriggio, alle 15, a Sulmona, la sua cittadina natale. L’investitore è accusato anche di omissione di soccorso con fuga e resistenza a pubblico ufficiale: lo scorso gennaio gli era già stata ritirata per un mese la patente per eccesso di velocità, mentre lo scorso novembre era stato denunciato per essersi allontanato dopo un incidente con feriti lievi. Nelle prossime ore sarà interrogato in carcere.

CHI ERA EMANUELE ANZINI
Nato il 18 giugno 1977, Anzini era nell’Arma da vent’anni, prima alla stazione di Piazza Brembana e dal 2006 al nucleo radiomobile di Zogno. Il militare avrebbe compiuto 42 anni domani. Anzini e’ morto dopo 22 anni di servizio, essendosi arruolato il 18 giugno 1997. Dal 1998 al 2006 e’ stato in servizio alla stazione dei carabinieri di Brembate (Bergamo) e fino alla scorsa notte era in forza al nucleo radiomobile della compagnia di Zogno (Bergamo).

IL CORDOGLIO

Attorno ai familiari dell’appuntato e all’Arma si è stretto il cordoglio a livello nazionale. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio al comandante generale dell’Arma dei carabinieri, generale Giovanni Nistri: “Ho appreso con profonda tristezza la notizia del decesso dell’appuntato scelto Emanuele Anzini, investito da un’autovettura in provincia di Bergamo mentre era impegnato in attività di servizio. Nella circostanza desidero esprimere a lei, signor comandante generale, e all’Arma dei carabinieri la mia solidale vicinanza. La prego di far pervenire ai familiari del militare le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore”. Cordoglio è stato espresso anche dai vicepremier. Luigi Di Maio ha sottolineato che “non si può morire così. Chi sbaglia deve pagare”. Mentre l’altro vice, il ministro dell’Interno, Matteo Salvini da Washington ha mandato “un pensiero commosso a Emanuele, il carabiniere di 41 anni travolto e ucciso mentre stava facendo i proprio lavoro in provincia di Bergamo. Una preghiera per lui, per la famiglia, per l’Arma. E’ doveroso difendere, tutelare e ringraziare ogni giorno le donne e gli uomini in divisa che assicurano la sicurezza degli italiani”.

Andrea D’Aurelio

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