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SULMONA – Per il capogruppo di Forza Italia si tratta dell’ennesimo scivolone della maggioranza, il sindaco Annamaria Casini rispedisce le accuse al mittente mentre i consiglieri di maggioranza vanno in Procura. E’ bufera a Palazzo San Fracesco sul caso dell’ex detenuto che presta servizio per conto della cooperativa Creaservice. Si tratta di un ex ergastolano affidato ai servizi sociali con finalità educative e di reinserimento che, tra le altre cose, ha partecipato a un tavolo istituzionale per il coordinamento dei servizi. Da qui ai presunti legami con la mafia il passaggio è stato breve. “Al di là del percorso rieducativo e di reinserimento sociale della persona in espiazione pena che, non v’è dubbio, sia riconosciuto diritto costituzionalmente garantito, ciò che lascia perplessi è la appropriatezza della funzione affidata ad un soggetto non completamente restituito alla società civile e che ha dimostrato tutta la vulnerabilità dell’amministrazione comunale. Siamo convinti che, alla luce di questo ulteriore imbarazzante scivolone, che aggiunge un altro tassello sulle attitudini di governo del primo cittadino, la maggioranza gerosolimiana debba avviare al più presto, con grande senso di responsabilità e per il bene della città, una discussione approfondita”- è convinta la consigliera Elisabetta Bianchi. Tanto è bastato per scatenare la reazione del sindaco secondo la quale sarebbe “falso asserire che a palazzo San Francesco occupi un posto di lavoro o svolga un compito importante una persona che sta scontando una pena ammessa alla misura alternativa alla detenzione”. Casini ritiene invece che di questo passo “si prosegue nel solco di una campagna denigratoria e pretestuosa, la quale lascia intendere che gli scopi siano ben altri dal contribuire allo sviluppo e al benessere di questa città”. I consiglieri di maggioranza, tutti e nessuno escluso, fanno quadrato intorno al primo cittadino. “Non tolleriamo, nella maniera più assoluta, che la consigliera Bianchi si permetta di insinuare un’affinità presunta tra la nostra amministrazione e la “famiglia” ndrangheta. Proviamo un senso di disgusto dinanzi alle invettive, intrise di odio, da parte della consigliera e ovviamente le rispediamo al mittente. La maggioranza non si trincera dietro ad un bel nulla e non è protagonista di un “imbarazzante scivolone”, poiché ha rispettato pienamente le procedure di legge sulla trasparenza. Invece di riempirsi la bocca elargendo massime morali, invitiamo la consigliera Bianchi a studiare, a leggere le carte e poi eventualmente a parlare”- concludono i consiglieri.

Andrea D’Aurelio

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