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POPOLI – Emettevano fatture per operazioni inesistenti, finalizzate ad una indebita compensazione di Iva, ma sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza della Tenenza di Popoli che ha dato esecuzione ad un’ordinanza di sequestro preventivo per equivalente per oltre tre milioni di euro, emessa dall’autorità giudiziaria di Pescara nei confronti di una società operante nel settore delle costruzioni edili con sede nella provincia di Pescara ed operante in ambito nazionale, del loro legale rappresentante e del gestore di fatto. Complessivamente sono cinque le persone a vario titolo coinvolte nella vicenda quali responsabili delle nove realtà aziendali oggetto d’indagine e per le quali l’autorità giudiziaria ha ravvisato la sussistenza di gravi indizi. La misura restrittiva è stata emessa a completamento delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Pescara per le quali era già stato disposto la nomina di un amministratore giudiziario per l’amministrazione per parte di quote societarie oggetto di sequestro cautelativo. L’attività d’indagine ha permesso di delineare compiutamente il fenomeno illecito. Le Fiamme Gialle della Tenenza di Popoli hanno accertato il modus operandi posto in essere dagli indagati, consistente nella creazione di numerose società – rappresentate da soggetti collegati al dominus del citato sodalizio, con anomale operatività e che, dopo aver svolto la funzione di emissione di fatture per operazioni inesistenti, venivano cedute a prestanome di fatto irreperibili tali da rendere difficoltoso il reperimento della contabilità e nulla ogni pretesa; mancata esibizione di documentazione contabile obbligatoria da parte delle società che hanno emesso le ingenti fatture nei confronti della società oggetto di accertamento; emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, attraverso contratti artificiosamente predisposti, con lo scopo principale di creare indebiti crediti iva che sono stati compensati in modo tale da non versare alcunché all’Erario. Sono state otto le ulteriori società individuate in ambito nazionale che, a fronte di sedi legali di fatto irreperibili e di documentazione inesistente, hanno nel tempo generato ingenti costi, apparentemente giustificati anche dalla realizzazione di cantieri stradali che in taluni casi, sono risultati essere anch’essi totalmente inesistenti. Ad oggi sono state accertate compensazioni di crediti IVA inesistenti per oltre 800 mila euro ed emissioni ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre sei milioni di euro. (Red)

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