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PESCARA – Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e truffa aggravata ai danni dello Stato, per aver consentito l’ingresso nel territorio nazionale, di circa 500 soggetti extracomunitari, nonche’ causato un danno alle casse dell’Erario per oltre 3 milioni di euro. I finanzieri del Comando Provinciale di Pescara hanno arrestato tre persone per il reato di favoreggiamento di immigrazione clandestina ed alla truffa aggravata. Si tratta di una inchiesta che ha consentito l’ingresso e la permanenza illecita nel territorio nazionale di circa 500 soggetti extracomunitari, nonché causato un danno alle casse dell’Erario per oltre 3 milioni di euro. Le misure cautelari emesse dal GIP di Pescara Gianluca Sarandrea, pm Barbara Del Bono, ai danni di due persone di Pratola Peligna, e una di Introdacqua hanno preso le mosse nel 2015 dopo interventi presso cantieri per ristrutturazioni post sisma ed in particolare da un controllo fiscale avviato dai finanzieri nei confronti di una ditta individuale di Popoli operante ufficialmente nel settore dell’edilizia. Le Fiamme gialle hanno appurato che dietro pagamento di somme in contanti venivano predisposte documentazioni atte a giustificare fittizie assunzioni, distacchi e licenziamenti di personale. Gli approfondimenti investigativi, condotti in sinergia con i competenti uffici dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale al fine di ricostruire nel tempo le singole posizioni previdenziali, hanno messo in luce come siano stati 136 i lavoratori, italiani e stranieri, che hanno utilizzato la fittizia assunzione per raggiungere il limite minimo di giornate lavorative, requisito per richiedere l’indennità di disoccupazione, oltre a beneficiare delle connesse agevolazioni, incentivi e bonus riservati al sostegno del reddito familiare, con un danno, in termini di somme indebitamente erogate, pari a circa 1.250.000 euro. A titolo cautelativo, in attesa dei necessari accertamenti, l’Inps ha inoltre provveduto a congelare la posizione di ulteriori 100 lavoratori che, a tutt’oggi, usufruiscono di medesime erogazioni per circa 500.000 euro. Le tre aziende utilizzate dal sodalizio, negli anni d’imposta oggetto di indagine, hanno omesso versamenti contributivo-previdenziali per 1.430.000 euro e IVA per 1.150.000 euro.

Andrea D’Aurelio

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