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SULMONA – Sulla bara la sua divisa della Protezione Civile Ana che ha indossato con grande senso di rispetto e appartenenza, una grande composizione di fiori e poi fiumi di lacrime, silenzio e preghiera. Questi i momenti salienti del rito funebre celebrato da don Gilberto Uscuategui nella Chiesa di San Francesco dello Scarpa con il quale è stato dato l’ultimo saluto a Giulio D’Aloisio, l’alpino morto a 65 anni la sera del 25 aprile, al termine di una malattia durata all’incirca un anno. Stracolmo dentro e fuori l’edificio di culto con i rappresentati della sezione Ana degli alpini che hanno fatto quadrato intorno al feretro per rimarcare lo stretto legame tra Giulio e i corpo degli alpini. “Giulio ha sofferto tanto per la sua malattia ma non ha portato da solo questa croce, perché è stato circondato dall’amore e dall’affetto dei familiari e degli amici”- ha detto il parroco don Gilberto nel corso dell’omelia- ricordato le doti caratteriali di Giulio, uomo sempre dedito e impegnato nel sociale, conosciuto e apprezzato da tutti. Fiumi di lacrime durante l’esecuzione del canto “Il Signore delle Cime”, mentre è toccato a un dirigente della sezione Ana pronunciare il discorso di commiato. Il suono del “silenzio” d’ordinanza ha accompagnato l’uscita del feretro della Chiesa. Una grande folla si è assiepata nei pressi del Municipio per salutare per l’ultima volta l’alpino che ha lasciato il segno ed è andato avanti. Buon viaggio Giulio.

Andrea D’Aurelio

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