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SULMONA – Ottomila euro per l’azione in giudizio contro il dipendente comunale licenziato per l’inchiesta sull’assenteismo a Palazzo San Francesco. Finisce in Tribunale la querelle tra S.P. e il Comune di Sulmona che lo scorso mese di marzo ha adottato il procedimento disciplinare contro il dipendente e lo ha licenziato per giusta causa. Il “furbetto” ha intentato una causa per chiedere i danni all’ente e ieri, la Giunta Comunale di Palazzo San Francesco con delibera numero 115 pubblicata sull’Albo Pretorio del sito istituzionale dell’ente, ha conferito incarico all’ avvocato Valerio Speziale, del Foro di Pescara, per la costituzione e resistenza in giudizio nell’ambito del ricorso presentato dal dipendente e ha dato atto della somma di 8000 euro, oltre spese generali e oneri di legge, a titolo di corrispettivo per l’attività professionale, che verrà successivamente impegnata con separato atto dirigenziale. Ad impugnare il provvedimento emesso dal Comune è stato Alberto Paolini, difensore dell’unico dipendente licenziato, il quale ha depositato il ricorso al giudice del lavoro del tribunale di Sulmona, chiedendo la revoca del provvedimento e l’immediato reintegro in servizio. Non solo. Il legale sulmonese ha chiesto anche il riconoscimento dei danni patrimoniali e biologici subiti dal suo assistito. L’udienza è stata fissata per il prossimo 10 settembre. E’ una storia, quella dei furbetti del cartellino, che rischia di aprire un secondo atto che potrebbe ribaltare totalmente l’inchiesta portata avanti dalla Guardia di finanza che vedeva coinvolte originariamente 49 persone tra dipendenti interni ed esterni. L’Upd, costituito a febbraio 2018 con un atto di Giunta presieduta dall’allora vice sindaco Mariella Iommi ( dopo la scadenza della convenzione con Sylvia Kranz che aveva chiesto gli atti alla Procura) , ha notificato i provvedimenti disciplinari solo a marzo 2019. Si tratta di un licenziamento, 2 sospensioni per 6 mesi, un sospensione per 4 mesi, una sospensione per 30 giorni, una sospensione per 20 giorni, una sospensione per 8 giorni, 5 archiviazioni, 5 rimproveri verbali, una multa di 4 ore di retribuzione per i restanti dipendenti. E l’azione disciplinare potrebbe rilevarsi un buco nell’acqua dal momento che, secondo i difensori dei dipendenti comunali coinvolti, le sanzioni disciplinari sarebbero state adottate a distanza di un anno e sette mesi dalla contestazione da parte della Procura e quindi fuori tempo massimo.

Andrea D’Aurelio

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