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L’AQUILA – Cinquemila iscritti di cui secondo stime tra il 35 e il 40% ha un’età non lontana dai 50 anni, e 12.500 donazioni di sangue l’anno: sono i numeri assicurati in provincia dell’Aquila dalle associazioni provinciali di volontari con i quali viene coperto, sia pure di una spanna oltre il necessario, il fabbisogno di plasma da utilizzare per le cure dei malati. Oggi, martedì 14 giugno, nella celebrazione della Giornata mondiale del donatore di sangue, i 5.000 ‘angeli’ che ogni anno si mettono a disposizione della raccolta, sacrificando anche diverse ore del proprio tempo, sono una grande risorsa che richiede un ricambio generazionale: a 65 anni, per legge, se anche si volesse, non è più possibile donare sangue perché c’è lo stop della legge. “Oggi – spiega Luigi Dell’Orso, direttore aziendale del servizio immunoematologia e medicina trasfusionale della Asl provinciale – c’è una fascia tra i 20 e i 35 anni che contribuisce in modo importante alla raccolta e che va lodata per l’impegno. Tuttavia, è necessaria l’immissione nel circuito delle donazioni di una maggiore presenza di giovani per cercare, oltretutto, di incrementare le attuali disponibilità di sangue. La quantità che si ricava dalle 12.500 donazioni l’anno nella provincia di L’Aquila – aggiunge Dell’Orso – è sufficiente a fronteggiare le necessità legate all’impiego di sangue per trasfusioni e cure. Sarebbe però importante aumentare la dimensione della raccolta, in modo da poter confidare su una maggiore disponibilità“. I servizi della Asl sono da anni in primo piano sul versante del reperimento del sangue. I centri trasfusionali degli ospedali assicurano un’ampia attività nella cosiddetta medicina rigenerativa che riguarda la ricostituzione di tessuti, lesioni oste-articolari, tendini e cartilagini, con circa 3.500 prestazioni l’anno in provincia. Oggi, per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della donazione, in tutto il territorio della Asl di L’Aquila si terranno iniziative di diverso tipo. (Red)

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