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SULMONA – Solo ora si spinge il piede sull’acceleratore a Palazzo San Francesco per far ripartire il servizio di guardiana nel deposito dei trasporti. Gli atti per la pubblicazione della gara sono stati predisposti ma non ancora inseriti nella piattaforma del Mepa (Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione). Non ci vorrà molto secondo la Segretaria Comunale Nunzia Buccilli per indire la manifestazione d’interesse e procedere contestualmente a un affidamento diretto sotto soglia nelle more della gara, così come richiesto nelle scorse settimane dalla cooperativa Crea Service che dal 30 settembre scorso attende qualche segnale per evitare il licenziamento collettivo di sei lavoratori. Prima però bisogna risolvere qualche problema tecnico. In realtà da quel 17 dicembre, da quando la Segretaria e il sindacalista Anthony Pasqualone avevano trovato l’accordo, ne è passato di tempo senza che sia arrivato un risultato concreto. I sei lavoratori restano con il fiato sospeso anche se gli animi non sono ancora tranquilli dal momento che nelle scorse settimane si stava pensando ad una protesta, anche eclatante. La vicenda ha dell’incredibile. Per preparare la gara ci sono voluti oltre tre mesi ma prima che si arriva alla fase finale dell’aggiudicazione ne passeranno altri tre o quattro. Troppo tempo è passato anche per procedere con un affidamento diretto. Ma quando sembra essere arrivata la volta buona, gli addetti ai lavori stringono i denti nella speranza che tutto vada per il verso giusto. Fermo restando che dal primo gennaio è operativo il comma 912 dell’articolo 1 che consente alle amministrazioni pubbliche di agire in deroga al codice degli appalti e di assegnare con affidamento diretto (quindi senza neanche una gara informale) lavori, forniture e servizi di importo fino a 150mila euro. L’unico obbligo per le stazioni appaltanti sarà una consultazione con almeno tre operatori economici, senza che però ci siano vincoli di pubblicità e di rispetto di criteri predefiniti (come avviene appunto nelle gare informali). Ma tre mesi di lavoro mica si possono buttare al vento.

Andrea D’Aurelio

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