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SULMONA – Due anni dopo. Il tempo è volato ma il dolore resta ancora vivo e vegeto nei cuori di quanti lo hanno conosciuto. Lungo la strada provinciale Morronese, dove il 17 novembre 2017 fu rinvenuto il corpo senza vita dell’ex forestale Guido Conti, il ricordo dell’immane tragedia prende forma. Gli amici di una vita hanno deposto una croce con tanto di foto, fiori e cemento. Dall’altra parte c’è una pianta di ulivo per ricordare quello che l’ex generale ha rappresentato per un intero territorio. A due anni esatti dalla tragedia si chiude il cerchio della indagini condotte dalla Procura della Repubblica. Ancora dodici giorni e il Pm, Aura Scarsella, depositerà sul tavolo del giudice per le indagini preliminari, le risultanze delle ulteriori attività investigative. Le indagini si sono concentrate nell’ultimo periodo su un mozzicone di sigaretta rinvenuto su quella strada, sul cane della pistola semi automatica rimasto alzato ( particolare che non desta sospetto) e sulla Porsche bianca che alcuni passanti avrebbero notato quel pomeriggio nei pressi del luogo della tragedia, un’auto di valore che non è molto diffusa in Italia e quindi facilmente rintracciabile insieme al proprietario. Nell’ordinanza del Gip sono stati chiesti approfondimenti anche sui tabulati elettronici dell’utenza privata di Conti e in particolare l’interlocutore con il quale il generale dei carabinieri avrebbe discusso tra le 11 e mezzogiorno del 13 novembre. I familiari, per il tramite dell’avvocato Alessandro Margiotta, avevano chiesto anche di approfondire alcune testimonianze citando nome e cognome dei possibili testi che potrebbero portare elementi di novità ai fatti che già si conoscono. La Procura, entro il prossimo 30 novembre, tirerà le somme di un’inchiesta che al momento non sembra destinata a confermare l’ipotesi dell’istigazione al suicidio. Per esserne certi bisogna attendere ancora qualche giorno.

Andrea D’Aurelio

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