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SULMONA – Il dipendente incaricato per sorvegliare la guardiania di Palazzo San Francesco ha preso una giornata di ferie mentre l’altra unità che è stata chiamata per la sostituzione è in malattia. E’ accaduto ieri al Comune di Sulmona. La portineria del Palazzo per un’intera giornata è rimasta vuota, senza che nessuno stava lì per sorvegliare. D’altronde rientra nelle prerogative di ciascun lavoratore richiedere le ferie, soprattutto se si è da soli a svolgere il servizio. Ma il fuori programma rimette al centro la difficoltà dell’ente a coprire quel posto di lavoro in caso di necessità. Tutto è cominciato quando la Segretaria Comunale, Francesca De Camillis, ha espresso parere negativo sulla gara da indire per la portineria del Comune. Per la De Camillis il servizio può essere garantito con il personale in dotazione. Ma ieri fra il dipendente che si è messo in ferie e il sostituto che era in malattia quel servizio è rimasto praticamente scoperto. Fermo restando che l’unità selezionata per sorvegliare la guardiana non ha il dono dell’ubiquità. Se risponde al telefono non può entrare nel gabinetto del sindaco come pure se si “assenta” per consegnare una circolare in quella frazione di secondo la portineria resta vuota. Davvero basta una sola unità? Può capitare direbbe qualcuno ma sicuramente il problema non è da sottovalutare visto che quel tipo di servizio è il primo biglietto da visita per l’utente che si reca in Comune. Segretaria e amministratori avevano comunque trovato la quadra. Nel senso che la manifestazione d’interesse deve essere indetta solo per il deposito dei trasporti. Ne consegue che la De Camillis ha nominato il Rup ( Responsabile Unico Procedimento), vale a dire il funzionario incaricato per indire la gara dopo il via libera che arriva dal Dirigente del quarto settore Amedeo D’Eramo. Ma anche in questa fase la procedura si è bloccata vista l’indisponibilità del funzionario incaricato. La trafila ricomincia da capo ma c’è tempo fino al 30 novembre, giorno in cui decorrerà l’aspettativa non retribuita dei sei lavoratori.

Andrea D’Aurelio

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