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SULMONA – Ha dichiarato di aver agito per proteggere il figlio minore e per paura che potesse succede qualcosa. Ma nel contempo ha ammesso le sua responsabilità, dicendosi pronto a chiedere scusa, visto il gesto sproporzionato. Non ha negato i fatti il 30 enne di Sulmona, F.C, che lo scorso 15 dicembre ha steso con un pugno un commerciante-poliziotto dopo il rimprovero fraterno al figlio 11 enne che stava scoppiando un petardo nella fioriera di un’attività commerciale. Davanti al Gip del Tribunale di Sulmona, Marco Billi, il 30 enne ha spiegato la sua versione dei fatti. Non ha negato di aver esagerato anche se ha rimarcato di aver agito per tutelare l’incolumità della prole. Ha dichiarato pure di non essere fuggito subito dopo il fatto ma di aver raggiunto la sua autovettura che era parcheggiata nelle vicinanze per contattare la moglie. Insomma il 30 enne, assistito dall’avvocato del foro di Sulmona Alessandro Scelli, si è detto dispiaciuto per quanto accaduto. Non era sua intenzione. Una versione ridimensionata rispetto allo sfogo che il 30 enne aveva fatto su facebook qualche ora dopo il fatto. Il legale ha chiesto quindi la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. Il Gip si è riservato di decidere e aspetta il parere del Pm. La riserva non sarà sciolta prima di martedì prossimo. Dopo l’aggressione il poliziotto in borghese ha rimediato 40 giorni di prognosi ed è stato sottoposto a un intervento chirurgico al reparto maxillo-facciale dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Non uno scherzo insomma. F.C. per il momento resta ai domiciliari. L’ipotesi di reato è di lesioni gravi.

Andrea D’Aurelio

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