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SULMONA – La Confesercenti non esulta mentre tutti gli altri prendono atto e guardano al futuro. Un day after pieno di commenti quello che fa seguito alle dimissioni del sindaco Annamaria Casini. Secondo l’associazione di categoria “ i commissariamenti non si risolvono i problemi di una città che vorrebbe crescere e modificarsi al fine di implementare l’economia locale. Questo è stato dimostrato dalle innumerevoli occasioni, ormai storia, che hanno definito Sulmona “la Città più commissariata d’Italia. Intanto i problemi restano: la ricostruzione che non parte, le scuole che continuano ad essere chiuse, la disoccupazione giovanile che aumenta, il territorio che si spopola, le imprese che chiudono, i negozi che scompaiono, il turismo che non decolla”. “Da parte nostra – interviene Giovanni Bartolomucci di Casa Pound– abbiamo un’unica richiesta: che il Sindaco con un atto di coerenza prosegue diritta sulla strada delle dimissioni, senza ritirarle, per permettere così il ritorno al voto. Quanto al giudizio su questa amministrazione, riteniamo che ad esprimerlo sia il continuo flusso di sulmonesi che in questo anno sono emigrati altrove per mancanza di prospettive nella propria terra”. Il Movimento Cinque Stelle parla di dimissioni di ogni ordine e grado e invita “i cittadini tutti a tenere le antenne dritte per non cadere nella solita trappola del passaggio del testimone tra i soliti noti come avviene ormai da anni. Abbiamo oggi un territorio sotto più aspetti declassato da questo sistema, è arrivato il momento di cambiare le cose”. La voce fuori dal coro arriva da Massimo Carugno della Segreteria Nazionale del Psi secondo il quale “abbandonare la guida amministrativa della città, affidarsi a 9 o 10 mesi di guida commissariale, ora che ci troviamo di fronte al cambio della guida politica della nazione e ci avviciniamo al cambio della guida politica della regione, è totalmente sbagliato. È come abbandonare la sala operatoria mentre il paziente è ancora a torace aperto”. Non perdona il coordinatore di Italica Alberto Di Giandomenico. “Le dimissioni sono più che altro per lei per salvaguardare la sua figura professionale e la sua figura di donna. Attorno a lei c’è stata gente che ha distrutto questa gente e questo territorio. Ha fatto bene a ritirarsi ma doveva farlo prima”- chiosa Di Giandomenico.

Andrea D’Aurelio

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