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SULMONA – “In questa città non si riesce ad uscire da un provincialismo spinto dove tutte le forze, ad ogni livello, tendono a dare significati e chiavi di lettura da proselitismo spiccio”. Si sfoga il sindaco di Sulmona Annamaria Casini alla vigilia della presentazione dell’ufficio unico di progettazione, in programma domani alle 15.30 a Palazzo San Francesco, e all’indomani delle dichiarazioni del consigliere comunale Bruno Di Masci che ha dato la scadenza all’era Casini, annunciando il ritorno alle urne per la primavera del 2020. Va da sé che con l’uscita di scena dei tre consiglieri iscritti al Pd, che hanno in animo però nuovi progetti, l’era Casini si chiuderebbe in anticipo da qui a qualche mese. Ma si sa che tra il dire e il fare c’è di mezzo la politica e non solo il mare con l’estate e le vacanze. Le dichiarazioni a bruciapelo dell’ex sindaco hanno agitato le acque a Palazzo San Francesco e a risentirsi sarebbero stati non solo il sindaco ed alcuni amministratori. La Casini quindi coglie la palla al balzo e ha preferito mettere nero su bianco la sua reazione in un comunicato stampa dove, tra le altre cose, si appella ai cittadini per un voto consapevole domenica prossima. “14 sindaci del comprensorio peligno rispondono con i fatti al facile populismo, cercando strumenti e opportunità per portare il territorio in Europa”- scrive la Casini riferendosi all’ufficio unico. E poi si sfoga: “spiace costatare come, invece, il dibattito alla vigilia di un importante appuntamento elettorale, per il rinnovo delle istituzioni europee, venga male utilizzato, strumentalizzato per piccola propaganda fuori contesto, per rimpastare posizioni personali, con metodi vecchi e sgarbati, o addirittura per sparlare di un progetto politico –amministrativo locale fuori tempo, fuori luogo e fuori da interessi generali. Nonostante le elezioni del 26 maggio non siano nè politiche nè amministrative, in questa città non si riesce ad uscire da un provincialismo spinto dove tutte le forze, ad ogni livello, tendono a dare significati e chiavi di lettura da proselitismo spiccio. In ogni incontro elettorale i candidati sono stati pressoché assenti lasciando il campo ai protagonisti della scena politica locale. Poco si parla delle famiglie politiche europee e dei rispettivi programmi rischiando così solo di alimentare la disaffezione che è il principale pericolo per le democrazie. Vorrei pertanto invitare i cittadini a riflettere, a guardare all’Europa e al rinnovo dei suoi organi con rinnovata responsabilità, perché è in quelle istituzioni che vengono delineate e finanziate le politiche comuni per lo sviluppo e l’occupazione, per la fruizione di diritti e sicurezza”. Certo, su una cosa non si può dissentire: alla vigilia delle elezioni europee, è proprio l’Europa a passare in secondo piano. Quanto al “provincialismo” chi amministra o si candida ad amministrare dovrebbe conoscere il contesto sociale e culturale dove opera.

Andrea D’Aurelio

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