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SULMONA – Si gioca in Tribunale la seconda fase dell’inchiesta. È ripreso ieri mattina il processo sull’operazione denominata “Piccolo Colosseo” che vede imputate a vario titolo otto persone accusate di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, lesioni aggravate, minacce e porto abusivo di tre pistole. Si tratta della gang che a Sulmona sognava di emulare i personaggi del film sulla famigerata Banda della Magliana. In salsa peligna. Nell’udienza di ieri a sfilare davanti al collegio giudicante del Tribunale di Sulmona, presieduto dal giudice Giuseppe Ferruccio, è stato il perito Mario Di Napoli chiamato a deporre dall’avvocato Stefano Michelangelo per uno degli imputati, E.B., per il quale era stata chiesta la perizia per accertare se il giovane è nelle condizioni di stare in giudizio e se era capace di intendere e di volere al momento del fatto. Secondo il perito il sulmonese è perfettamente capace di sostenere il processo. Subito dopo è stato ascoltato il maresciallo dei Carabinieri Francesco Miccoli, il quale per circa tre ore ha ripercorso tutte le fasi della vasta inchiesta avviata dai carabinieri della compagnia di Sulmona nel 2012 su una organizzazione dedita al traffico di stupefacenti in città e nel comprensorio. L’udienza è stata quindi rinviata al 25 marzo 2020 per sentite altri quattro testi. L’inchiesta di Procura e Carabinieri contava complessivamente quattordici indagati ma sei di loro hanno scelto il rito abbreviato nell’udienza preliminare della scorsa estate. Fatta eccezione di Giuseppe Serva, che è uscito assolto, gli altri hanno incassato pesanti condanne per un totale di più di vent’anni di reclusione. Gli altri otto imputati hanno scelto il rito ordinario e stanno affrontando il processo.

Andrea D’Aurelio

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