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SULMONA – “Puntare su un reparto competitivo e mantenere alta l’attenzione perché il punto nascita resti a lungo su questo territorio”. Così il sindaco di Sulmona Annamaria Casini sul destino del reparto di maternità peligno che rientra nel decreto 10/2015 di riorganizzazione dei punti nascita. Nel nuovo piano di riordino per l’ospedale di Sulmona compare in ogni caso ostetricia e ginecologia come unità operativa semplice dipartimentale che mantiene gli stessi posti letto. Un buon presagio per il futuro del reparto che lotta per continuare a vivere, ultimamente con ottimi risultati. “Il problema è sempre quello dei numeri ma attualmente quello di Sulmona è l’unico punto nascita ancora aperto”- rincara il sindaco. Non si direbbe che il reparto di maternità peligno è uno dei punti nascita che rientra nella riorganizzazione nazionale, destinato così alla cancellazione. Grazie alla nuova tecnica del parto in analgesia richieste per partorire a Sulmona sono arrivate negli ultimi giorni anche da Castel di Sangro. L’inversione di tendenza si è vista subito con la sperimentazione del parto senza dolore che risale allo scorso 4 maggio. Da allora si sono susseguiti una serie di parti fino a far registrare il mese scorso il record di sette parti in due giorni. A Sulmona hanno partorito anche dal capoluogo di regione e da quello adriatico. E se per far nascere una nuova vita bussano alla porta del Ss.ma Annunziata anche le donne dell’Alto Sangro, allora si che il punto nascita può diventare una sorta di punto di riferimento per una buona fetta del Centro Abruzzo. Chi l’avrebbe mai detto. Recentemente è stata introdotta anche una sala ristoro per le partorienti. L’obiettivo è quello di acquisire ancora nuove attrezzature per creare quasi un ambulatorio di piccola chirurgia per operare sette giorni su sette in piena autonomia. Forma e sostanza per il punto nascita di Sulmona non coincidono. Sulla carta il reparto è destinato alla chiusura, ma nella sostanza è vivo e ha ancora tanta voglia di operare. Aspetta solo che qualcuno metta nero su bianco la salvaguardia del presidio.

Andrea D’Aurelio

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