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SULMONA – Per usufruire del servizio sanitario nazionale, senza costi eccessivi, ha dovuto lottare e non poco. Il Tribunale di Sulmona, con sentenza numero 165 del 2019 pronunciata lo scorso 28 ottobre, ha accolto il ricorso di un sulmonese, G.I., e ha condannato la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila al pagamento delle spese legali di controparte e alle spese del ctu. Con delibera del Direttore Generale Roberto Testa, numero 342 del 20 novembre, l’azienda sanitaria ha quantificato le spese legali in 1500 euro da liquidare in favore dell’avvocato del foro di Sulmona, Valentino Zurlo. Ma andiamo con ordine. Il caso di specie riguarda il riconoscimento dell’invalidità civile per l’ottenimento dell’esenzione ticket. Un privilegio che negli ultimi tempi viene concesso con equilibrio tant’è che non sono pochi gli utenti che intentano la causa contro Inps e Asl per far valere i loro diritti. Al sulmonese G.I. non gli era stata riconosciuta un’invalidità civile del 67 per cento, che permette di poter beneficiare dell’esenzione. La procedura ha imposto all’utente di rivolgersi al medico di base per il rilascio del certificato telematico da inviare all’Inps. E’ stata poi la volta della visita da parte della commissione preposta che ha riconosciuto all’uomo un’invalidità civile al di sotto della soglia minima stabilita dalla legge. Il sulmonese, per il tramite del suo legale Valentino Zurlo, ha impugnato il verbale e il Tribunale ha nominato il Ctu la cui valutazione è stata contestata dalle parti citate in giudizio. Il ricorso si è chiuso con la sentenza del giudice che ha accolto nel merito la domanda del ricorrente e ha condannato la Asl al pagamento delle spese legali e di consulenza. Al sulmonese gli è stata quindi riconosciuta quella soglia del 67 per cento che permette di accedere all’esenzione ticket, un argomento che sta facendo fioccare ricorsi e polemiche negli ultimi tempi. In un periodo storico dove i controlli si fanno più intensi e mirati in alcuni casi si rischia di negare il sacrosanto diritto di accesso più agevole alle cure agli utenti più deboli. E’ un po’ il sentore generale anche se bisognare sempre valutare caso per caso.

Andrea D’Aurelio

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