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SULMONA – “Non perdiamo la bussola sulla vertenza San Raffaele, sono a rischio 14 posti di lavoro delle 92 unità lavorativa impiegate nella struttura di riabilitazione peligna a causa dell’attivazione delle procedure di mobilità (articoli 4 e 24 della legge 223/1991) avviate dal gruppo San Raffaele perché la Regione Abruzzo ancora non adegua il budget relativo al 2019″. A suonare la svegliare è il coordinatore di Italica, Alberto Di Giandomenico, che non resta in silenzio sulla vertenza San Raffaele. Di Giandomenico sostiene che “per risolvere la vertenza oltre ad insistere con i vertici della società per azioni che gestisce cliniche importanti in Italia, qualcuno dovrebbe premere anche sulla Regione Abruzzo, magari gli amministratori dei Comuni che si servono della clinica non solo per le prestazioni sanitarie, ma anche per i posti di lavoro. Questo affinché si possa procedere ad adeguare il budget regionale per questa annualità e con la garanzia del rientro della vertenza, occorre sensibilizzare all’argomento le consigliere regionali Antonietta la Porta e Marianna Scoccia, ma non solo le rappresentanti di questo infelice comprensorio – continua il portavoce del Movimento politico d’Identità e Territorio – Nel programma di mandato del neo presidente, Marco Marsilio promette di garantire alla valle Peligna l’attenzione che in passato le è stata negata, posti di lavoro scomparsi e assenza di investimenti che hanno impedito una ripresa del Centro Abruzzo, ma non a detrimento degli stessi capoluoghi. Faccio appello anche e soprattutto all’assessore regionale alla sanità, Nicoletta Verì, che assieme al governatore d’Abruzzo può intervenire per tamponare questa emorragia di posti di lavoro partendo proprio dalla delega che le è stata conferita”. Di Giandomenico ricorda come dei 101 posti autorizzati ne siano stati accreditati 55 con il sistema sanitario nazionale e conclude sostenendo che “qualsiasi ridimensionamento dei servizi della clinica peligna si ripercuoterà sulla spesa sanitaria regionale perché si genererà mobilità passiva per ottenere queste prestazioni mediche fuori regione e al nord e verranno meno gli utili generati in Abruzzo dall’attrazione esercitata da questa clinica che ha un forte richiamo per chi ha bisogno di questo particolare genere di cure”.

Andrea D’Aurelio

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